Lite Gomez Orfini: l’ennesima puntata del tele-pollaio all’italiana

Pubblicato il 9 Dicembre 2014 alle 13:57 Autore: Antonio Atte

Aldo Biscardi, indimenticato sacerdote del “Processo del lunedì”, soleva redarguire i suoi rissosi ospiti con testuali parole: “Non parlate tutti insieme, al massimo due o tre alla volta”. Con questa gemma si può riassumere anche la lite Gomez Orfini avvenuta ieri nel ring di Piazzapulita, l’ennesimo capitolo alza-share di quel tele-pollaio a puntate rappresentato dai talk show nostrani.

Il dibattito, manco a dirlo, verte sull’inchiesta Mafia Capitale: arbitra Corrado Formigli. Prende la parola Peter Gomez, direttore del fattoquotidiano.it. Il giornalista bolla come chiacchiere le rituali promesse di rinnovamento e di pulizia interna piovute dal mondo politico come corollario allo scandalo giudiziario che ha travolto l’amministrazione capitolina. Gomez adduce a supporto della sua tesi il caso di Azzollini (Ncd) e Papania (ex Pd), per i quali il Senato ha negato l’utilizzo delle intercettazioni.

Scontro Peter Gomez - Orfini: 'Sei un piccolo arrogante!'

In diretta tv lo scontro su Mafia Capitale

Da qui la risposta di Orfini, da poco nominato commissario del Pd romano: “Gomez stai facendo una porcheria. Devi spiegare il perché di quel voto. Lei non capisce nulla. Stai provando a buttarla in caciara”. Più che una risposta, quello di Orfini è un contrappunto polifonico che si accavalla alla linea melodica di Gomez, il quale però non gradisce lo spartito e sbotta: “Orfini mi lascia parlare? Parlo io e poi lei mi contraddice. Lei è un arrogante, un piccolo arrogante”. Altro che Bach. “Gomez, così fa schifo, questo non è giornalismo”, replica Orfini. E via interrompendo, tra una carineria e l’altra. Il tutto sotto lo sguardo divertito e semivigile di Maurizio Gasparri.

Legge Severino, Cantone all’Anticorruzione, legge anti-riciclaggio e undici detenuti per corruzione su 60mila nel febbraio 2013 (troppo pochi, nel Paese più corrotto d’Europa, suggerisce Gomez: che se ne arrestino di più): tutto si mischia nel marasma generale, trasmettendo allo spettatore poche idee e ben confuse. A un certo punto – e fa quasi tenerezza – si ode la vocina di Corrado Formigli che annaspa nella caciara: “Scusate, ci sarà una verità oggettiva su quello che state dicendo?”. Ovvio che c’è. Ma tutto sommato, a chi importa?

L'autore: Antonio Atte

Classe '90, stabiese, vive a Roma. Laureato al DAMS con 110 e lode, si sta specializzando in Informazione, editoria e giornalismo presso l'Università degli studi Roma Tre. E' appassionato di politica, cinema, letteratura e teatro. Mail: antonio.atte@termometropolitico.it. Su Twitter è @Antonio_Atte
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