Norme anticorruzione, la critica di Vendola: “La montagna ha partorito un topolino”

Pubblicato il 13 Dicembre 2014 alle 12:56 Autore: Antonio Atte
nichi vendola che fa un discorso

Nichi Vendola ha espresso un parere critico sulle norme anticorruzione varate ieri dal Governo Renzi dopo il Consiglio dei Ministri. Il leader di Sel e Presidente della Regione Puglia, a margine dell’iniziativa “Affari, criminalità, corruzione. Cambiamo tutto” tenutasi presso il Teatro Ambra Jovinelli di Roma, si è detto perplesso sulla reale efficacia del ddl messo in campo dal governo.

Vendola: “Ddl anticorruzione sembra creato da Ncd”

Secondo Vendola, il disegno di legge “sembra creato da Ncd, ci sono punti che potrebbero essere più netti, per esempio il ruolo dei testimoni nei procedimenti per corruzione. Se l’Italia – fa notare – è in testa alle classifiche internazionali per il degrado della vita pubblica, per la permeabilità della pubblica amministrazione e della politica ai fenomeni corruttivi, se la corruzione mangia come un cannibale ogni anno risorse straordinarie alla collettività: se tutto questo è vero – chiosa – la risposta del Governo è più propagandistica che efficace”.

vendola

“La montagna ha partorito un topolino”

“Credo che la montagna abbia partorito il topolino. In questo caso non si è percepita l’urgenza tale da poter presentare un decreto, ma si è preferito presentare un disegno di legge. Curiosa questa contraddizione rispetto all’incredibile dispiegamento di propaganda messo in campo da Palazzo Chigi”.

Le norme anticorruzione varate dal governo

Le norme anticorruzione studiate dall’esecutivo prevedono quattro modifiche al codice penale, come l’allungamento del periodo di prescrizione per i reati di corruzione e l’aumento della pena minima da quattro a sei anni, oltre alla confisca dei beni di chi è stato condannato per corruzione con sentenza passata in giudicato e alla restituzione dell’intero maltolto.

Toti: “Norme giustizialiste e inapplicabili”

“È un pacchetto di norme giustizialiste e sostanzialmente inapplicabili che servono solo a distogliere l’attenzione dal caso Roma”. È il giudizio del consigliere politico di Forza Italia, Giovanni Toti sul ddl anticorruzione presentato ieri dal Governo. “La corruzione va risolta applicando in modo serio le leggi che ci sono e se i partiti non sanno assumersi le loro responsabilità finirà come in Emilia Romagna dove è andato a votare un cittadino su tre”, ha aggiunto Toti.

L'autore: Antonio Atte

Classe '90, stabiese, vive a Roma. Laureato al DAMS con 110 e lode, si sta specializzando in Informazione, editoria e giornalismo presso l'Università degli studi Roma Tre. E' appassionato di politica, cinema, letteratura e teatro. Mail: antonio.atte@termometropolitico.it. Su Twitter è @Antonio_Atte
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