Cile, il ritorno di Bachelet all’insegna delle riforme

Pubblicato il 23 Aprile 2014 alle 14:30 Autore: Giacomo Morabito

Durante questa settimana, il Congreso Nacional del Cile ha approvato un emendamento costituzionale che permetterà ai cittadini residenti all’estero di votare “alle elezioni primarie presidenziali, alle elezioni del presidente della repubblica e ai plebisciti nazionali presidenziali”. Alcune settimane fa, è stata istituita la Comisión Asesora Presidencial para la Descentralización y el Desarrollo Regional, incaricata di analizzare le condizioni riguardo alla possibile decentralizzazione dello Stato cileno che potrebbe permettere maggiori benefici alla spesa pubblica e il riconoscimento, a livello costituzionale, delle autonomie indigene sul modello di quanto fatto da Bolivia, Colombia e Messico.

Il prossimo passo “rivoluzionario” in Cile sarà la grande riforma del sistema elettorale che sostituirà quello vigente, ovvero il sistema binomiale istituito durante il governo del generale Augusto Pinochet. “Il sistema binomiale è una spina nel cuore della nostra democrazia. Si tratta di un sistema nato dalla dittatura e sopravvive attraverso l’esclusione”, ha dichiarato il Presidente del Cile Michelle Bachelet. Il disegno di legge mira ad aumentare la rappresentatività parlamentare, richiedendo che il 40% dei candidati di un partito politico siano donne.

Nel frattempo, il partito di destra Unión Demócrata Independiente (UDI) non ha esitato a condannare le modifiche proposte dal governo, che darebbero molto più spazio ai partiti di minoranza. “Questa legge è fatta su misura per il Partido Comunista”, ha commentato il deputato dell’UDI Arturo Squella, il quale ha annunciato che il proprio partito cercherà di raggiungere un accordo con altri movimenti extra-parlamentari per proporre una riforma alternativa, nonostante i pareri dei rappresentanti della destra cilena siano abbastanza contrastanti a tal proposito.

Secondo Claudio Fuentes, attuale direttore dell’Instituto de Investigación en Ciencias Sociales dell’Universidad “Diego Portales” di Santiago del Cile, la riforma dovrebbe essere approvata poiché il governo ha la maggioranza in entrambe le camere del Congreso Nacional ma, dato che sarà attuata soltanto dal 2018, passeranno molti anni prima che si farà sentire il suo pieno effetto.