Ecoreati, arriva il sì del Senato

Pubblicato il 4 Marzo 2015 alle 16:33 Autore: Leonardo Cecchi

Ecoreati, 165 si, 49 no e 18 astenuti: questo è il risultato della votazione posta sul ddl sui reati ambientali, che così ottiene l’approvazione del Senato e torna al riesame della Camera. Il testo dovrebbe introdurre una grande novità nel nostro ordinamento: quella di un titolo interamente dedicato ai reati ambientali, che così diverrebbero un corpus separato e quindi maggiormente funzionale alla giustizia.

Ecoreati, le novità

Questo titolo contenuto nel ddl ha 5 grandi novità, attese e sperate sia da gran parte del mondo politico sia dalla quasi totalità delle realtà associative-ambientali. La prima, peculiare ed integrativa agli strumenti giudiziari idonei alla lotta realtà criminali endemiche del sistema italiano, prevede pesanti aggravanti per le associazioni mafiose che abbiano come finalità i reati ambientali. Ed è questa una novità che risponde alle necessità strutturali derivate da indagini, processi e scandali come quello della Terra dei Fuochi, che ha messo in luce e posto in primo piano il giro d’affari mafioso sulla esplicitata, concreta e ferrea volontà di creare volutamente enormi danni ambientali al solo fine di lucro. Invero, la mafia non dovrà però preoccuparsi soltanto (si fa per dire)  delle sue attività legate ad un diretto e preciso danno ambientale, ma anche a quelle che, pur legate all’ambiente, non contemplano (de facto e de iure) danni diretti o indiretti alla terra. In questo primo passaggio del ddl, infatti, sono contenute altre aggravanti per il solo possesso/gestione, da parte di un’associazione mafiosa, di realtà economiche legate all’ambiente. Il messaggio è quindi chiaro e forte: a prescindere da cosa facciate, se toccate l’ambiente la legge (su carta, per ora) ci andrà molto più pesante di prima.

Ecoreati

La seconda e la terza novità, realmente nuove nel nostro ordinamento, rispondono a piccole e medie (rispetto a tutte le altre) emergenze ambientali per certi aspetti volte più a prevenire che curare. Innanzitutto viene introdotto il reato di Abbandono di materiale radioattivo, punito da 2 a 6 anni ed una multa tra i 10.000 ed i 50.000 euro (qui effettivamente si poteva fare di meglio); ed in secondo luogo, poi, si introduce il reato di Delitto ispezione di fondali marini, volto a metter fine, nonché evitare il ripetersi, della spiacevole pratica di minare il fondale e farlo esplodere, creando ovviamente danni enormi all’ecosistema marino. Per il primo caso, l’emergenza è per adesso solo strisciante, giacché come sappiamo il nostro Paese ha dismesso quel poco di energia nucleare già da diversi decenni, preoccupandosi di interrare regolarmente le scorie radioattive già prodotte; si è però dovuto tener conto del fatto che il giro d’affari sullo smaltimento illegale del materiale radioattivo è, a livello mondiale, effettivamente molto grande e remunerativo: si torna quindi al precedente reato, ricollegandoci alle mafie, che potrebbero adoperarsi (o addirittura già stanno operando) a coprire questo nuovo mercato. Il secondo riguarda invece aziende e multinazionali, nostrane o straniere, che vista la nostra peculiarità geografica (sostanzialmente quella di essere circondati da diversi mari), hanno pensato bene (o potrebbero pensar bene) di trasformare Ionio, Adriatico e Tirreno in campi minati, tanto per vedere se il miracolo del petrolio dell’Adriatico è replicabile anche in altre zone. Tanto per rinfrescarci la memoria, ci ricordiamo ancora le lamentele dei panteschi verso la società Audax, società petrolifera australiana, che faceva detonare bombe d’aria compressa sui fondali del Canale di Sicilia, con lo spiacevole e disdicevole risultato (sempre secondo i panteschi) di provocare danni irreversibili alla fauna ittica ed all’ambiente marino. Impedire quindi di far brillare a festa i nostri fondali con una legge ad hoc è allora un grande passo avanti.

Come quarta novità si ha poi la reclusione da 5 a 15 anni per disastro ambientale, inteso come alterazione dell’equilibrio di un ecosistema che per tornare alla normalità ha bisogno di provvedimenti onerosi ed eccezionali, oppure che metta in pericolo l’incolumità pubblica. A questo si aggiunge una ulteriore aggravante, specifica per aree protette colpite da disastro ambientale, che così vengono maggiormente tutelate.

In ultimo, si ha un altro provvedimento che integra ed arricchisce sia quanto previsto nel ddl sia quanto già presente nell’ordinamento: le sanzioni peculiari, che a giusta ragione possono riguardare anche le persone giuridiche per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato. Esse stabiliscono sanzioni in quota per ognuno dei delitti previsti dal ddl.

Ecoreati, le reazioni dei politici

Il mondo politico, come sempre, è però spaccato. Dalla maggioranza, e specialmente dal Partito Democratico, arriva il plauso e la rivendicazione di un grande traguardo. «Oggi è un buongiorno per l’Italia», dice Laura Puppato, «che avrà finalmente una legge sui reati ambientali. Questo disegno di legge, che introduce 5 nuovi ecoreati, colma infatti una lacuna davvero incredibile per un Paese membro dell’Ue, e per giunta definito il ‘Bel Paesè: la totale assenza nel codice penale di un titolo dedicato ai reati contro l’ambiente». Alle dichiarazioni della senatrice democratica seguono poi quelle di Orlando, che oltre ad essere l’attuale Ministro della Giustizia è stato anche Ministro dell’Ambiente del precedente governo, che così ha detto: «È la miglior risposta politica al processo Eternit, pur non potendo incidere su quella vicenda. Un processo come quello – aggiunge Orlando – sarebbe stato diverso con questa normativa».

Favorevoli e soddisfatte anche le associazioni ambientali come Legambiente, il cui  vicepresidente Stefano Ciafaini ha infatti dichiarato: «Dopo il voto a larghissima maggioranza del Senato, siamo vicinissimi all’approvazione definitiva di una legge che aspettiamo da oltre 20 anni. La Camera dei deputati metta subito all’ordine del giorno dei lavori il disegno di legge sugli ecoreati e approvi senza fare modifiche questa riforma di civiltà per fermare una volta per tutte i ladri di futuro. La tutela dell’ambiente, della salute e della parte sana dell’economia non possono più aspettare».

Nettamente fuori dal coro è invece la voce di Maurizio Gasparri, che in proposito ha detto: «Noi abbiamo votato contro perché francamente riteniamo che ci siano vincoli eccessivi. La tutela dell’ambiente è importante ma questa eccessiva strutturazione in termini penali della nostra legislazione rischia di complicare le cose e non di semplificarle. Sarebbero molto meglio delle politiche attive di salvaguardia piuttosto che portare tutto nelle aule dei tribunali». Il senatore continua integrando le proprie argomentazioni sostenendo che: «Su alcuni punti rivendichiamo invece una specifica attenzione di Forza Italia, soprattutto nel campo delle ricerche petrolifere. Lì per nostra iniziativa ad esempio sono stati messi dei giusti paletti per evitare che le attività turistiche possano essere danneggiate da attività di ricerca con tecniche improprie di tipo esplosivo o di tecnologie di tipo avanzato che rischiano di creare dei danni stabili ai fondali. Comunque il provvedimento adesso tona alla Camera, ci sono anche degli aspetti da chiarire, ci sono stati anche dei passaggi un pò contradditori e credo che ci siano ancora margine delle modiche».