Il consigliere di Renzi, Andrea Guerra boccia il Jobs Act

Pubblicato il 12 Marzo 2015 alle 14:51 Autore: Redazione
andrea guerra, ex ad luxottica va ad Eataly

“Penso che dentro al Jobs Act ci siano tante cose buone ma credo che manchi ancora qualcosa di fondamentale che è la protezione del lavoratore  nel lungo periodo”. L’inaspettata bocciatura di uno dei cavalli di battaglia del premier Matteo Renzi arriva da uno dei suoi più stretti uomini di fiducia, il consigliere strategico per la politica industriale Andrea Guerra. “La flessibilità ce lo chiede il mondo, ma è fondamentale la qualificazione e riqualificazione” afferma a Mix24 di Giovanni Minoli. L’ex ad di Luxottica boccia poi la linea Marchionne sulle relazioni industriali: “Non è la mia”. E sulle micro aziende taglia corto: “Il problema vero è che quando parliamo di medie e piccole aziende parliamo rispetto alla media europea di micro aziende, le micro aziende purtroppo in questo mondo non hanno più significato”.

Sul tema della banda larga, Minoli chiede a Guerra da chi verrebbe realizzata, Telecom? “Io spero di nuovo che l’incumbent, che il leader, Telecom Italia sia assolutamente il player protagonista in questa cosa. È possibile? Lo andiamo a capire. Io penso che sia importante, è il leader, è italiana”. Entro quando? Chiede Minoli. “O questa cosa riesce a decollare nelle prossime 4/8 settimane, o non ce la si fa”.

Guerra: “Su Raiway- Eitowers conflitto di interessi? Viene alla luce quando qualcuno torna a fare l’imprenditore”

Andrea Guerra  parla anche del tema della privatizzazione di Raiway; alla domanda di Minoli sulla privatizzazione di RaiWay, “51% dice il governo per restare pubblico, all’Enel basta il 30%. Perché?”, Guerra commenta “L’ha detto, sappiamo che lì ci sono vent’anni di storia particolare.” Minoli prosegue: “Insomma, se non fossero di Berlusconi EITowers sarebbe diverso…”. “L’ha detto lei”. Minoli ricorda a Guerra che adesso il mercato mette a nudo con chiarezza quello che il centrosinistra non ha fatto quando governava, cioè il conflitto d’interessi. “Soprattutto nel momento in cui c’è qualcuno che torna a fare il proprio mestiere di imprenditore è evidente che questo viene più alla luce”. Guerra spazza via l’idea di un suo possibile coinvolgimento in Rai. “Non è il mio mestiere fare l’amministratore delegato di un’azienda pubblica”.

Guerra: “Se l’Ilva è salva lo sapremo entro l’estate”

“Il salvataggio dell’Ilva dal mio punto di vista è un simbolo straordinario. Se Ilva è salva o no lo sapremo per l’estate. O salva o fallita.” Lo dice l’ex amministratore delegato Luxottica e ora consigliere strategico del premier Renzi per la politica industriale Andrea Guerra a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24.

Guerra e la privatizzazione delle Poste

“Mi sembra che sulle Poste Caio resista; è così?” Chiede Giovanni Minoli  all’ospite Andrea Guerra, che risponde: “Prima di tutto privatizzazioni cosa significa? Significa portare delle aziende in borsa? Comunque, lo Stato rimane comunque. Portare le aziende in borsa conviene, perché diventano più trasparenti ed efficienti, sono più orientate al mercato.” Minoli incalza su Caio: “Si ma Caio resiste però.”. “Poste è uno strumento fondamentale per l’Italia, per l’educazione finanziaria italiana, per l’educazione digitale italiana; io non penso che resista”. A Guerra viene quindi chiesto il perché di questo rallentamento. “Perché deve fare determinati passaggi. Il passaggio dallo Stato al mercato è un passaggio delicato, e lo sta facendo delicato, lo sta facendo con i giusti passi e arriverà in borsa.” “Lei conosce bene Caio, è l’uomo giusto al posto giusto?” chiede infine Minoli a Guerra. “Assolutamente sì, perché è un rivoluzionario, una persona che è in grado veramente di cogliere determinate direttrici con abilità e sa perseguire i suoi obiettivi.

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