Federico Monti Arduini è il “candidato” di tanti alla guida della SIAE nel “dopo Paoli”

Pubblicato il 17 Marzo 2015 alle 16:18 Autore: Guido Scorza

E’ un coro cantato da una ventina di associazioni di categoria in rappresentanza di una percentuale consistente di iscritti alla SIAE quello che squarcia il silenzio delle ultime settimane sulla individuazione del nome del successore di Gino Paoli, ormai ex Presidente della SIAE, costretto alle dimissioni perché accusato dalla Procura della Repubblica di Genova di evasione fiscale.

Ed è un coro che si apre con una nota di rammarico rappresentata dall’ennesima presa d’atto che il tanto osannato nuovo Statuto della nuova SIAE – quello firmato dall’allora Commissario straordinario Gian Luigi Rondi ma pensato e scritto da chi poi, proprio grazie al nuovo statuto, ha occupato le stanze dei bottoni della Società ed oggi la comanda – non consente al Consiglio di Sorveglianza della società, ovvero all’organo nel quale dovrebbero trovare composizione gli interessi delle diverse componenti della base associativa, neppure di scegliere liberamente il Presidente della Società giacché la selezione è limitata ai cinque membri che compongono il Consiglio di Gestione e che, evidentemente, per essere arrivati sin li, sono espressione dei più ricchi ai quali il nuovo Statuto – grazie alla formula “un voto per ogni euro incassato” – consegna il governo della società.

Ed è per questo che muovendo da tale amara considerazione, venti sigle di altrettante associazioni di categoria, in rappresentanza di migliaia di iscritti alla SIAE, in un comunicato stampa appena diffuso, auspicano che, almeno, il nuovo Presidente della SIAE, sia “una figura altamente rappresentativa di tutte le componenti della base associativa e che sia motivo di quella continuità di unione fra gli autori, che mai come negli ultimi due anni si è faticosamente cominciata a raggiungere” e sottolineano come sia “necessario quindi un Presidente che sappia interpretare le tante aspettative di tutti gli autori e le esigenze economiche degli editori (e dei concessionari) grandi o piccoli che siano, facendosi garante di quel delicato equilibrio tra queste due categorie, senza il quale gli autori perderebbero la loro centralità che da 132 anni rappresenta la guida della SIAE”.

E’, nella sostanza, un “no” senza alcuna riserva né esitazione alle ipotesi pure circolate all’indomani delle dimissioni di Paoli, che il nuovo Presidente della SIAE possa essere espressione forte dei soli grandi editori musicali – peraltro più esteri che nazionali – o, forse peggio ancora, espressione di chi, durante l’ultimo dei tanto commissariamenti della Società ha ripensato e riscritto lo Statuto consegnando la vecchia e gloriosa SIAE nelle mani dei più ricchi che, non certo per caso, oggi la governano in modo quasi egemonico.

Ed il nome “cantato” dal coro delle associazioni che firmano il comunicato stampa è quello di Federico Monti Arduini, nato – si ricorda nel comunicato – come autore-compositore di fama nazionale ed internazionale, iscritto alla SIAE come Autore per le sezioni Musica e Dor e oggi divenuto un affermato editore musicale indipendente”.

E’ Federico Monti Arduini che, secondo le associazioni che firmano il comunicato, proprio grazie a questa sua duplice anima di autore ed editore, potrebbe “meglio rappresentare tutta la base associativa, garantendo la centralità dell’Autore ed una presidenza davvero ‘super partes’, che sia motivo di quella unità, efficienza e trasparenza di cui la nostra Società Italiana Autori ed Editori ha estremamente bisogno in questo momento”.

E, probabilmente, a scorrere il breve elenco dei componenti dei cinque componenti dell’attuale Consiglio di Gestione della SIAE, unici candidati da Statuto alla successione di Gino Paoli, la scelta delle associazioni firmatarie del comunicato è davvero la migliore possibile.

Non è una questione di giudizi di valore sulle persone, i manager, i professionisti che siedono nel Consiglio di Gestione e che potrebbero ambire a diventare il nuovo Presidente ma solo ed esclusivamente una questione di capacità a rappresentare una base associativa composita come quella della SIAE, scongiurando il rischio che i diritti e gli interessi, di talune categorie siano marginalizzati e poco rispettati ancor di più di quanto è accaduto sin qui.

E’ ovvio, peraltro, che si sbaglierebbe a pensare che la scelta del nuovo Presidente sia da sola sufficiente a risolvere i tanti problemi che affliggono la società italiana autori ed editori e che sono problemi figli di uno statuto scritto dimenticandosi completamente che la SIAE è un unicum nel panorama internazionale ed è obbligata, per legge, a rappresentare in condizioni non discriminatorie, ricchi e poveri, autori ed editori, piccoli e grandi interpreti della creatività nazionale.

Difficile pensare che basti un nuovo Presidente ad avviare quell’opera di profonda ristrutturazione della società che – probabilmente in buona fede – anche Gino Paoli avrebbe voluto avviare ma che, sfortunatamente, non è riuscito a promuovere sul serio.

Alla SIAE servirebbe un’iniezione di trasparenza, democrazia e modernità che non sembra, almeno per quanto visto sin qui, nelle corde di chi oggi la governa per un misto indistricabile di miopia, interessi di parte e avidità.

In bocca al lupo, in ogni caso, a Federico Monti Arduini perché il fatto che, purtroppo, la scelta del nuovo Presidente da sola non basti a cambiare il destino della Società, non solleva nessun dal dovere morale di fare quanto possibile perché il nuovo Presidente sia, almeno, quello capace di meglio interpretare le tante SIAE che vivono nel ventre della balena.