Inchiesta infrastrutture, viceministro Nencini: “Non c’entro proprio nulla”

Pubblicato il 25 Marzo 2015 alle 09:41 Autore: Redazione

Dopo la notizia di un’intercettazione che lo tira in ballo dura presa di posizione del viceministro delle Infrastrutture Riccardo Nencini.

“Sono incavolato come una iena. A chiedere all’indagato Giulio Burchi di far lavorare tre compagni non sono io, che all’epoca della telefonata nemmeno lo conosco. Ma il direttore dell’Avanti online Mauro Del Bue, che è suo amico da anni”. Così Nencini in un’intervista al Corriere in cui sottolinea di essere “indignato” e di non avere “nulla da giustificare” a proposito dell’inchiesta fiorentina sulle grandi opere.

Il caso delle intercettazioni

L’intercettazione verte su una richiesta di poltrone, Nencini fa sapere di non aver mai chiesto “a Del Bue di parlare né con Burchi, né con altri. È una cosa tra di loro”. “Anche Magnani lo conosce da 10 anni ma, allora io non so neanche chi sia Burchi. Ma non è che lo dico io, lo dice proprio lui in una telefonata, chiedendo di essere presentato a me. E qualche tempo dopo, Magnani me lo presenta, giusto per il tempo di una stretta di mano. Non l’ho mai candidato da nessuna parte, nè l’avrei mai fatto”.

renzi e nencini

A proposito di una seconda intercettazione che lo tira in ballo nel presunto scambio di favori, Nencini risponde di essere “sconcertato”, “non c’entro proprio nulla. Maurizio Lupi l’ho conosciuto al ministero e Incalza non lo vedevo da vent’anni, l’ho rivisto una settimana dopo aver giurato”. “Mi ha chiamato Matteo Renzi – dice a proposito della sua nomina -. Ma non c’è nessun mistero sotto. E tantomeno una sponsorizzazione. Io sono segretario di un partito che sostiene il governo”.

Infrastrutture, Signorini “Troppi intrecci tra affari e politica”

“Io penso che il vulnus di questa inchiesta non sia tanto il figlio di Lupi bensì la contiguità affaristica tra pubblica amministrazione e mondo del business. E questa è una cosa a cui mi dichiaro estraneo in tutti i possibili sensi del termine”. Così Paolo Signorini, nuovo capo della Struttura di missione alle Infrastrutture, rompe il silenzio sull’inchiesta fiorentina sulle grandi opere in un’ intervista al Sole 24 Ore.

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