Matteo, #fallagirare: i Giovani democratici chiedono a Renzi la legalizzazione della cannabis

Pubblicato il 29 Marzo 2015 alle 19:28 Autore: Alessandro Genovesi
legalizzazione cannabis

I Giovani democratici di Firenze alla riscossa. La giovanile del PD fiorentino si rivolge al più illustre dei propri concittadini, il premier Matteo Renzi, chiedendo la legalizzazione della cannabis.  I perché dell’appello sono racchiusi in un video della durata di 1:38 secondi.

“Vuoi continuare a dare 10 miliardi di euro ogni anno alla mafia, spendendone altri 2 per inutili politiche proibizioniste?”, si legge nelle scritte che accompagnano il video. E ancora: “Legalizzando la cannabis lo Stato guadagnerebbe circa 8 miliardi di euro. In un solo anno. Pensateci, con 8 miliardi di euro si potrebbe… abolire l’Imu sulla prima casa, gestire 16mila asili nido, raddoppiare i finanziamenti per l’università italiana, installare 1,5 milioni di pannelli fotovoltaici, portare la banda larga in tutta Italia, costruire 20 nuovi ospedali da 500 posti letto ciascuno, abolire il canone Rai, ripristinare l’Iva al 20%. Legalizzarla conviene! Matteo, #fallagirare.

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Il Parlamento intanto si muove

La campagna dei GD giunge proprio in un momento in cui sono molteplici le campane che chiedono la legalizzazione delle droghe leggere. Appena due settimane fa, ad esempio, ben 60 senatori (in maggioranza Pd) hanno aderito all’iniziativa del montiano Benedetto Della Vedova diretta proprio a legalizzare l’uso della cannabis.

Il mese scorso, invece, la Direzione Nazionale Antimafia aveva scritto: “L’iniziativa di Della Vedova arriva anche a seguito della relazione della Direzione Nazionale Antimafia del mese scorso: “Davanti all’oggettiva inadeguatezza di ogni sforzo repressivo, spetterà al legislatore valutare se sia opportuna una depenalizzazione della materia”. La Dna ha invitato il Parlamento a “bilanciare i contrapposti interessi”. Se, da un lato, “bisogna riconoscere il diritto alla salute dei cittadini”, dall’altro occorre tenere conto delle “ricadute che la depenalizzazione avrebbe in termini di deflazione del carico giudiziario, di liberazione di risorse delle forze dell’ordine e magistratura per il contrasto di altri fenomeni criminali e, infine, di prosciugamento di un mercato che, almeno in parte, è di appannaggio di associazioni criminali agguerrite”.

L'autore: Alessandro Genovesi

Classe 1987, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Udine, è da sempre appassionato di politica e di giornalismo. Oltre ad essere redattore di Termometro Politico, collabora con il quotidiano Il Gazzettino Su twitter è @AlexGen87
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