Elio Toaff, non solo un rabbino

Pubblicato il 20 Aprile 2015 alle 19:33 Autore: Alessandro Genovesi
Rabbino Elio Toaff

La morte del rabbino Elio Toaff a pochi giorni dal suo centesimo compleanno (30 aprile prossimo) ha scosso in maniera notevole il mondo culturale e religioso italiano. Uomo del dialogo tra le religioni (culminato nell’incontro del 1986 con l’allora Papa Giovanni Paolo II presso la Sinagoga di Roma), Toaff ha attraversato da protagonista i drammi del XX secolo.

Nato nel 1915, Toaff attraversò tutta l’escalation dell’antisemitismo italiano, fino all’emanazione delle vergognose leggi razziali del 1938. Laureatosi in teologia e divenuto rabbino nel 1941, visse in clandestinità scampando più di una volta ad attentati nazisti. Con l’acuirsi dell’odio verso gli ebrei e le conseguenti deportazioni verso i campi di concentramento, Toaff decise di unirsi alla Resistenza e di aiutare in prima persona la lotta contro l’invasore.

Toaff, uomo del dialogo

Nel 1951 venne chiamato a Roma per raccogliere l’eredità di un altro grande rabbino capo della capitale, David Prato. Lì il suo lavoro fu encomiabile, viste le gravissime condizioni in cui versava la comunità ebraica capitolina, decimata  dalle deportazioni e dagli eccidi dei nazifascisti.

La ricostruzione, passo dopo passo, proseguì e Toaff acquistò man mano sempre più autorevolezza. Oltre al suo ruolo spirituale, molte furono le cariche ricoperte nella comunità ebraica italiana: presidente della Consulta rabbinica italiana, direttore del Collegio rabbinico italiano e dell’istituto superiore di studi ebraici, direttore dell’Annuario di Studi Ebraici. Per 50 anni esatti, precisamente fino all’8 ottobre 2001, Toaff guidò in maniera unica la comunità tanto da meritarsi nel 2010 l’omaggio del Pontefice Joseph Ratzinger come uomo del dialogo tra le religioni.

Nel 2005 una raccolta di firme fu promossa per chiedere all’allora presidente Ciampi la nomina a senatore a vita. Numerose le parole di cordoglio all’interno del mondo ebraico italiano: per Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche, è ”morto un uomo straordinario, un punto di riferimento”. Per Riccardo Pacifici, presidente degli ebrei romani, ”un gigante della storia che ha ridato orgoglio alle nostre comunita”’.

L'autore: Alessandro Genovesi

Classe 1987, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Udine, è da sempre appassionato di politica e di giornalismo. Oltre ad essere redattore di Termometro Politico, collabora con il quotidiano Il Gazzettino Su twitter è @AlexGen87
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