Dichiarazioni di trasparenza e riflessione

Pubblicato il 1 Gennaio 2012 alle 09:30 Autore: Matteo Patané
dichiarazione di trasparenza

Troppo inosservato è passato invece l’atto in sé, la pubblicazione in quanto tale, la messa a disposizione dei dati personali di reddito e patrimonio, e soprattutto la valutazione offerta al cittadino sul grado di conflitto di interesse. Eppure anche su questo tema gli spunti di riflessione non mancano: quanto vale per il reddito personale non può valere per le proprietà? Se si costruisce e si promuove l’immagine del politico di passaggio, del cittadino prestato alla politica, a maggior ragione chiedere ad una persona di rinunciare – con tutti i costi che magari questo comporta, come vendere azioni o obbligazioni in un momento sfavorevole – ad alcune delle sue proprietà deve essere qualcosa che si deve pretendere con la giusta misura. In caso contrario si ricade di nuovo nel circolo vizioso di una democrazia basata sul censo, dove solo chi ha le spalle coperte può permettersi di affrontare la politica.

Forse nemmeno il Presidente Monti e suoi Ministri si aspettavano tanto, pubblicando le proprie dichiarazioni dei redditi; hanno tuttavia avuto il merito, oltre di aver dimostrato una trasparenza senza pari tra i politici degli ultimi anni, di spronare la popolazione italiana a riflettere su importanti questioni di fondo che troppo spesso vengono date per scontate oppure ignorate, lasciandole facile preda della demagogia.

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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