Grecia vs UE, si avvicina la rottura clamorosa Tsipras annuncia il referendum sul piano aiuti Bruxelles inizia a valutare l’ipotesi default

Pubblicato il 27 Giugno 2015 alle 20:06 Autore: Emanuele Vena
tsipras con espressione preoccupata e mani giunte

La rottura clamorosa è ad un passo. Dopo la mossa del premier ellenico Alexis Tsipras di indire un referendum popolare per dare o meno il via libera al piano di aiuti alla Grecia proposto dall’Eurogruppo e dal Consiglio Europeo per conto dei creditori internazionali, Bruxelles reagisce con veemenza. E torna ad aleggiare lo spettro del default.

L’Unione Europea ha infatti respinto seccamente l’ultima richiesta avanzata dal premier greco, che ha chiesto una settimana di proroga degli aiuti per permettere al popolo ellenico di affrontare la consultazione referendaria senza l’incubo della chiusura delle banche e del default.

A vincere dunque i cosiddetti “falchi”, che nel respingere la proposta di Tsipras hanno affrontato per la prima volta – con l’assenza della delegazione ellenica – l’argomento scottante dell’eventualità di uscita della Grecia dall’Euro.

A sintetizzare il succo della riunione, in cui spicca la presenza del capo della BCE Mario Draghi e del leader del FMI Christine Lagarde, è il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem: “Dobbiamo prepararci a tutto quello che è possibile fare per preservare la stabilità e la solidità dell’eurozona”. Tradotto: l’ipotesi di default ora è un’eventualità concreta.

Tra i più inflessibili il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che sottolinea che “il governo greco ha lasciato il tavolo dei negoziati, ed è impossibile estendere il programma di aiuti senza continuare a negoziare”. Non meno duro il ministro delle Finanze finlandese, Alexander Stubb, che spiega che “ora il piano B” (cioè il default con uscita dall’euro) “procede molto velocemente, e diventa il piano A”. Secco anche il giudizio dell’Olanda – “una scadenza è una scadenza”, secondo il ministro Eric Wiebes – mentre il ministro irlandese Michael Noonan parla del rischio, con questa rottura, di approdare “in acque totalmente inesplorate”.

grecia

Grecia, le reazioni della politica ellenica

Stizzita la reazione del ministro delle finanze ellenico, Yanis Varoufakis, che ha definito la scelta dell’Eurogruppo di rifiutare la proposta avanzata da Tsipras “una decisione che danneggerà gravemente la credibilità e la reputazione delle istituzioni europee”. Ed ha aggiunto: “oggi è un giorno triste per l’Europa”.

Durissime le reazioni degli altri partiti ellenici dinanzi allo strappo di Tsipras. L’ex premier socialista George Papandreou parla di goffo tentativo di “spostare sul popolo il fallimento dei suoi negoziati”, molto lontano dal referendum proposto dallo stesso Papandreou nel 2011 e poi accantonato su pressione dei leader europei. Quello di Tsipras è per Papandreou un tentativo di “farsi scudo con il popolo greco delle sue responsabilità”, un atteggiamento che “nel migliore dei casi non è solo una fuga, ma anche codardia”.

Non meno secco il commento dell’ex premier conservatore Antonis Samaras, che definisce Tsipras “debole e irresponsabile”, intento a condurre il Paese “all’impasse totale”, stretto “tra un accordo inaccettabile e l’uscita dall’Europa”.

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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