Chiesa, Galantino (Cei) “Mi auguro si possa parlare di preti sposati, omosessualità senza tabù”

Pubblicato il 12 Maggio 2014 alle 17:33 Autore: Gabriele Maestri

Chiesa: Monsignor Nunzio Galantino dallo scorso dicembre è il Segretario generale della Conferenza episcopale italiana (Cei). Pugliese di 65 anni, Galantino è stato nominato Segretario della Cei da Papa Francesco dopo una ricca esperienza di parrocchia e di impegno sociale legata, vanta inoltre apprezzato curriculum di uomo di studi (con laurea in filosofia).

Con un’intervista a Quotidiano Nazionale Galantino ha espresso una posizione precisa: “Il mio augurio per la Chiesa italiana è che si possa parlare di qualsiasi argomento, di preti sposati, di eucarestia ai divorziati, di omosessualità, senza tabù, partendo dal Vangelo e dando ragioni delle proprie posizioni”. “Con Papa Francesco – ha aggiunto – la Chiesa italiana ha un’occasione straordinaria di riposizionarsi rispetto alle attese spirituali, morali e culturali”.

chiesa galantino della cei parla di gay omosessualita

 

“In passato ci siamo concentrati esclusivamente sul no all’aborto e all’eutanasia. Non può essere così, in mezzo c’è l’esistenza che si sviluppa” secondo Galantino. “Io non mi identifico con i visi inespressivi di chi recita il rosario fuori dalle cliniche che praticano l’interruzione della gravidanza, ma con quei giovani che sono contrari a questa pratica e lottano per la qualità delle persone, per il loro diritto alla salute, al lavoro”.

Sulla riforma dello Statuto Cei, “non so se approveremo le nuove regole già nella prossima assemblea. Il Santo padre ci ha chiesto di ragionare sulla modalità di elezione del presidente da parte dei vescovi, così come accade nel resto del mondo. Sembra che l’orientamento maggioritario all’interno dell’episcopato sia quello di coinvolgere la base nella scelta del vertice, lasciando però al Pontefice la prerogativa di nomina sulla base di una rosa di candidati”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
Tutti gli articoli di Gabriele Maestri →