Italia-Spagna, è pareggio!

Pubblicato il 3 Marzo 2012 alle 19:48 Autore: Matteo Patané
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Altrettanto interessante è l’analisi del picco negativo del differenziale tra i titoli toccato il 6 dicembre. Esaminando ancora una volta le differenze a sette giorni, ovvero mettendo a confronto il 6 dicembre con il 30 novembre, si registrò un calo dello spread per l’Italia pari a 106 punti base, risultato condiviso – anche se non nelle proporzioni – anche da altri Paesi Europei ma la cui origine è da situare nel nostro Paese, ed in particolare con la presentazione della manovra economica soprannominata Salva-Italia.
La chiusura dell’anno si è dimostrata un periodo particolarmente critico per l’economia italiana, non per i valori assoluti dello spread quanto piuttosto per il differenziale con la Spagna, che il 30 dicembre toccò il picco massimo di 201 punti base: sembrava in quel momento che l’Italia si fosse completamente sganciata dal treno dei Paesi europei in grado di cavarserla e fosse ormai condannata a fare la fine della Grecia. Nuovamente, tuttavia, erano fattori interni alla situazione politica del Paese a determinare impatti sui dati economici; in particolare, particolarmente forti in quel periodo erano gli interrogativi sulla tenuta dell’esecutivo tecnico, se i partiti avrebbero accettato di approvare misure altamente impopolari o se avrebbero giocato al ribasso annacquando le proposte del Governo o addirittura decretando la fine dell’esperienza Monti.
Il passaggio al 2012 può invece essere considerato come un passaggio estremamente soddisfacente per l’Italia, in quanto lo spread si è progressivamente ridotto agli attuali 311 punti ed il differenziale con la Spagna si è azzerato. Come mai questa inversione di tendenza? Non è realistico parlare di miglioramenti economici significativi in Italia, così come non vi sono stati peggioramenti schock nell’economia spagnola. Vi sono stati tuttavia importanti rivolgimenti politici: Monti si è dimostrato più stabile di quello che i mercati inizialmente prevedevano, nel rapporto con i partiti che lo sostengono si è visto come sia il Governo ad avere il coltello dalla parte del manico nei confronti dell’opinione pubblica internazionale, grazie al proprio bagaglio di credibilità e rispetto.
Il deficit di credibilità internazionale, osservando il rovescio della medaglia, può tuttavia essere interpretato come un segno di solidità della nostra economia, i cui fondamentali, se supportati da un esecutivo autorevole, sono nettamente migliori dei pessimi differenziali ottenuti nei mesi precedenti.

L’andamento dello spread nel corso degli ultimi anni evidenzia una realtà quindi da tenere in considerazione: la politica, contrariamente a quanto si crede, ha ancora un grande impatto sull’economia. La credibilità del ceto politico, unita alla capacità percepita di riformare il Paese per adeguarlo a controbattere la crisi economica, gioca un ruolo cruciale nella fiducia che i mercati accordano agli Stati. L’accoglienza che i mercati hanno fornito a Monti, confrontata con il precedente andamento dello spread sotto Berlusconi e Tremonti, è un chiaro campanello di allarme per le forze politiche, centrodestra in primis: lo scarso appeal dei partiti nell’opinione pubblica è un sentimento condiviso sulle piazze finanziarie internazionali.
Questa esperienza di governo tecnico costituisce quindi anche per la politica un’importante occasione di rinnovamento, sotto la cupola protettiva di una figura di grande spessore. Eppure, anziché affrontare con autocritica il problema, la soluzione proposta dall’apparato partitico è quella di trascinare Monti in avventure di governo successive alla elezioni del 2013, nella speranza che il suo nome possa continuare ad essere di garanzia in Italia e all’estero, ma al contrario trascinando con sé il professore della Bocconi nel proprio vortice di sfiducia e rigetto da parte dell’opinione pubblica.

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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