Crocetta: un mese per le riforme e vado via Legale Presidente Sicilia: “Solo gossip”

Pubblicato il 21 Luglio 2015 alle 10:23 Autore: Giuseppe Spadaro
crocetta affianco a borsellino

Un mese ancora per fare le riforme. Il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta si dice estraneo a tutti i fatti contestati che comunque non hanno alcun rilievo penale. “Non posso dimettermi su una motivazione inesistente, su una telefonata e su una frase smentite dalla Procura” ma apre alla chiusura anticipata della legislatura.

Parlando al Corriere evoca il rischio Grecia “perciò – aggiunge Crocetta – fatte alcune cose importanti per la Sicilia, per questa terra che rischierebbe la fine della Grecia, possiamo valutare con Parlamento e maggioranza, dentro il centrosinistra, un percorso per una chiusura anticipata della legislatura”. Fissa la nuova scaletta di impegni il Presidente della Regione Sicilia. “Tempi brevi. Per poveri, province, acqua pubblica, bilancio e sblocca-Sicilia potrebbe bastare un mese”.

Crocetta: “Mi dicono che pezzi di servizi deviati…”

Sa di non avere più il sostegno del Partito Democratico come confermato dalle parole della vicesegretaria Serracchiani. A Repubblica spiega: “mi dicono che pezzi di servizi deviati costruiscono finti dossier sul mio conto, con le notizie più incredibili, da miei rapporti sessuali con Tutino a tendenze pedofile, fino a problemi con la polizia in Tunisia. Ma io non ho nulla da nascondere, e come potrei farlo essendo scortato e sorvegliato da telecamere 24 ore al giorno?”.

Ma L’Espresso

Avvocato Presidente Sicilia Crocetta: “Solo gossip”

Conferenza stampa dell’avvocato Vincenzo Lo Re, legale del Presidente Regione Sicilia Crocetta, per fare luce sul caso Borsellino-Crocetta e sulla telefonata tra il presidente ed il suo medico Tutino. Per il legale si tratta solo di “gossip”. Dall’avvocato Lo Re arriva una sorta di sfida a L’Espresso “Se ha l’intercettazione la faccia sentire”. Poi annuncia: “Faremo un’azione civile risarcitoria – dice – chiedendo a L’Espresso dieci milioni di danni per la pubblicazione dell’articolo sull’intercettazione, poi ripetutamente smentita dalla Procura di Palermo, della conversazione in cui veniva attribuita al medico personale di Rosario Crocetta, Matteo Tutino, la frase: Bisogna far fuori la Borsellino come suo padre”.

Secca la replica de L’Espresso. “La causa annunciata dai legali di Rosario Crocetta può diventare l’occasione processuale per comprovare la piena correttezza del comportamento dell’Espresso e per fare definitiva chiarezza su quanto è avvenuto”. Intanto però il procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, conferma che “l’intercettazione tra Crocetta e Tutino non è agli atti della Procura di Caltanissetta. Se avessimo un’indagine su Tutino e quella conversazione, lo sapremmo”.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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