Comunali Verona 2012: 396 e 350 i numeri della discordia

Pubblicato il 5 Marzo 2012 alle 11:30 Autore: Giuseppe Martelli
comunali verona

Il dibattito politico all’interno della Lega Nord, negli ultimi mesi, ha assunto contorni drammatici.

La sfida tra “bossiani” e “maroniani” scandisce la vita quotidiana di un partito che sembra aver esaurito la propria spinta ideale, logorato dal rapporto con Berlusconi e da vari scandali (non ultimo la questione dei rimborsi elettorali investiti in Tanzania).

Naturalmente i dirigenti padani minimizzano lo scontro parlando di normale dialettica interna, di “sensibilità diverse” e via dicendo.

Verona, in questo senso, rappresenta una metonimia del generale declino leghista: da una parte il giovane e rampante Tosi che da sindaco uscente vorrebbe costruire un’alleanza formata da Lega e una sua lista civica, e dall’altra parte la dirigenza leghista che guidata da Bossi vuole imporre soltanto la lista della Lega al giovane sindaco di comprovata fede maroniana.

La valutazioni da fare sarebbero molte e molto complesse perchè in gioco ci sono valutazioni strumentali e considerazioni di comodo che, inevitabilmente, ogni parte elabora in base alle necessità e alle opportunità; comprendere quindi l’ostilità di Bossi ad una lista civica tanto voluta da Tosi, non è cosa da poco.

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Tuttavia c’è una chiave di lettura che nel dibattito mediatico non viene molto considerata ma che certamente avrà un peso nell’estenuante trattativa tra Tosi e la dirigenza leghista; una linea interpretativa che non nasce da indiscrezioni giornalistiche o da gossip bensì dalla mera osservazione dei dati.

analizzando i risultati delle ultime elezioni comunali, infatti, due elementi appaiono evidenti:

1)  La presenza di una lista Tosi che conquista il 16,38 % dei voti contro l’11,96 della Lega.

2)  Una sostanziale differenza tra i tassi di preferenza delle tue liste. La lega, infatti, si attesta sul 55,55% di preferenze espresse  un valore senz’altro medio-alto, mentre la lista Tosi non va oltre il 15% ossia il valore più basso tra tutte le liste che ottengono seggi.

Possiamo quindi dire che una lista Tosi non sarebbe una novità e ,soprattutto considerato il passato, non sarebbe una lista debole. Inoltre è evidente che il risultato della lista del sindaco, nel 2007, deve tutto a Tosi stesso visto che i candidati non hanno rappresentato un valore aggiunto, ma semmai il contorno ad una macchina (da voti)  già estremamente efficiente.

Dall’altra parte la Lega ha senz’altro scontato la competizione con la lista Tosi nel 2007 ma ha evidenziato qualcosa di estramemente importante definibile come “capacità preferenziale”, ossia una composizione di lista in grado di massimizzare i voti del partito anche tramite la competizione tra candidati.

La fine di questo ragionamento è dunque molto semplice.

Una lista unica determinerebbe un problema molto reale rispetto alla costruzione stessa della lista, con il serio rischio, per Tosi, di vedere i propri candidati falcidiati dai candidati leghisti nel gioco delle preferenze. Inoltre una corsa solitaria metterebbe in seria discussione la rielezione di Tosi considerato che le altre coalizioni risulteranno senz’altro competitive, in particolare la coalizione guidata dal PD, che sostiene Bertucco, e che molto probabilmente otterrà un risultato migliore rispetto a 5 anni fa.

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