Migranti: colpevoli di voler vivere meglio

Pubblicato il 5 Agosto 2015 alle 15:11 Autore: Raffaele Masto

Migranti: il dato non può passare sotto silenzio. L’Organizzazione Mondiale delle Migrazioni ha diffuso il numero, stimato, dei migranti morti nel Mediterraneo: sono 5mila da gennaio ad oggi, un record e un sensibile aumento rispetto al dato dell’anno scorso.

Migranti: condannati a morte per annegamento

Di fronte a questo dato, drammatico, non si può non trarre delle riflessioni. Intanto, si pensi che siamo solo a poco più della metà dell’anno. I morti aumenteranno…lo sappiamo già. Aspettiamoci nuove tragedie e aspettiamoci nuove dichiarazioni dei politici. Sappiamo già tutto e non faremo niente. E’ come se avessimo un carcere con circa duemila condannati nel braccio della morte. In secondo luogo pensiamo che questi duemila morti sono stimati certamente per difetto.

I morti sono di più perché noi sappiamo quanti ne arrivano, vivi o morti, ma non sappiamo quanti ne partono. Non sappiamo quante carrette del mare vanno a picco nel buio della notte sul Mediterraneo, nel vuoto di un mare che è sì trafficato ma è anche deserto e i barconi che vanno alla deriva non lo fanno sulle rotte attraversate da mercantili, navi militari o di altro tipo. In terzo luogo teniamo conto che di quei duemila morti la stragrande maggioranza sono naufragati nella rotta che va dalla Libia all’Italia.

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Migranti: colpevoli di voler vivere meglio

E’ un dato che dovrebbe essere prezioso ai politici che devono cercare di diminuire le morti. Infine teniamo conto ancora che la maggioranza dei morti si è avuta nei primi quattro mesi dell’anno, cioè immediatamente dopo che Mare Nostrum è stata chiusa. Una dimostrazione che i naufragi sono direttamente lagati al tipo di missione che l’Europa mette in mare. Ora di fronte a questi dati, e alle riflessioni che se ne possono trarre, credo che sia legittimo chiedere ai politici europei di dimostrarci che nella parte restante dell’anno saranno capaci di fare diminuire sensibilmente le morti con misure adeguate.

Se non saranno capaci avremo diritto di ritenerli inadeguati. La soluzione prima di questo dramma è nota a tutti. Ci vuole una politica dell’accoglienza dalla quale discendano misure e provvedimenti per affrontare quella che viene fatta passare come una emergenza, ma che invece è una situazione normale. Da che mondo è mondo le popolazioni che vivono in paesi poveri si trasferiscono nei paesi ricchi. Si deve morire per questo? Si deve essere messi nel braccio della morte con l’accusa: aspirazione a vivere meglio?

L'autore: Raffaele Masto

Giornalista di Radio Popolare-Popolare Network. E' stato inviato in Medio Oriente, in America Latina ma soprattutto in Africa dove ha seguito le crisi politiche e i conflitti degli ultimi 25 anni. Per Sperling e Kupfer ha scritto "In Africa", "L'Africa del Tesoro". Sempre per Sperling e Kupfer ha scritto "Io Safiya" la storia di una donna nigeriana condannata alla lapidazione per adulterio. Questo libro è stato tradotto in sedici paesi. L'ultimo suo libro è uscito per per Mondadori: "Buongiorno Africa" (2011). E' inoltre autore del blog Buongiornoafrica.it
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