Cina, Prodi lancia l’allarme all’Europa

Pubblicato il 26 Agosto 2015 alle 10:25 Autore: Giuseppe Spadaro
prodi con le mani nella mani

“Se non c’è una risposta economica coordinata si rischia una deflazione globale. La crisi del 2008 è stata provocata dagli Stati Uniti, la prossima potrebbe venire dalla Cina. Il che paradossalmente vuol dire che Pechino è protagonista nel mondo. Noi europei non siamo nemmeno capaci di provocare le crisi. Ci limitiamo a subirle e a prolungarle facendoci del male da soli”. Romano Prodi ne parla nel corso di un’intervista al Messaggero.

“Non presto molta attenzione ai crolli dei mercati borsistici ed alle successive risalite, preferisco concentrarmi sui problemi reali della Cina. D’altra parte il mercato cinese era cresciuto del 150 per cento in un anno: se si sgonfia un pò non c’è niente di male”. “Il problema – spiega – è che il passaggio da un’economia basata su export e investimenti ad una alimentata dai consumi interni si sta rivelando più complicato del previsto”.

prodi in piedi con dietro un mappamondo

Cina, Prodi: “Ci sono nodi politici”

“Certamente ci sono anche nodi politici. La necessaria lotta alla corruzione ha creato tensioni anche perché questa è molto diffusa: per molti funzionari che hanno una bassa retribuzione le tangenti di fatto erano un modo per integrare il reddito. Nei giorni scorsi le possibili misure di breve periodo erano state adottate ma non erano bastate. Ieri è stato anche annunciato un grande intervento di politica monetaria, una sorta di quantitative easing, che sembra avere tranquillizzato i mercati internazionali. Restano da fare tutte le grandi cose per le quali servirà però più tempo: risanare i bilanci delle imprese pubbliche e delle province, riformare il sistema bancario, regolare la bolla immobiliare. Certo difficilmente si riuscirà a mantenere la crescita del 7 per cento di cui si è parlato”.

Altra stoccata all’Europa

Prodi auspica “una conferenza mondiale, chiamiamola nuova Bretton Woods o come ci pare. Sicuramente è desiderabile, ma non credo sia realistica, probabile. Non mi pare che l’Europa sia in grado di organizzarla, non so se gli Stati Uniti la vogliano davvero”.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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