Le previsioni del PIL, una storia di smentite

Pubblicato il 29 Agosto 2015 alle 12:26 Autore: Gianni Balduzzi
previsioni dl PIL, tabella con statistiche sulle previsioni di varie istituzioni

Le previsioni del PIL, una storia di smentite

E così il secondo trimestre 2015 si è chiuso con una crescita sul trimestre precedente, dello 0,2%, e dello 0,5%, tendenziale, anno su anno.

Una piccola delusione, si pensava, almeno a livello congiunturale, a un decimo di crescita in più, e anche se la stima dello 0,7% per il 2015 viene per ora confermata, quella per il 2016 di un +1,3% viene da alcuni già messa in discussione: il rallentamento tedesco, la fine del Quantitative Easing, la crisi cinese, potrebbero fare rimanere la crescita italiana sotto l’1%, comunque la più bassa, o una delle più basse, in Europa.

Non è una novità questa, le previsioni sulla crescita del PIL sembrano essere in Italia quasi più materia di divinazione che una operazione scientifica di stima economica. O forse una operazione di propaganda politica di brevissimo respiro. In una parola, si rivelano praticamente sempre errate, e con esse le grandezze importanti che al PIL sono collegate, come il rapporto deficit/PIL e debito/PIL

E’ una storia lunga, cui dovremmo essere ormai abituati. Vediamo di seguito come le stime degli ultimi anni si siano rivelate sempre illusioni di fronte all’amara realtà di performances del PIL sempre più deludenti.

Previsioni del PIL, nel 2011 si pensava saremmo cresciuti sempre più

Nel 2011, per iniziare, il governo Berlusconi aveva stimato prima della tempesta dello spread una stima di crescita per quell’anno del 1,1%, che poi si rivelerà solo dello 0,4%, per i rovesci dell’autunno, e addirittura per l’anno seguente un progresso del 1,3%, mentre sarà la recessione, con un -2,5%, a farla da padrone.

Si veda la riga del PIL reale:

 

previsioni del PIL, prospetto di percentuali e statistiche del 2011

 

Fu questa una delle stime più imprecise fatte. Tuttavia l’anno dopo si ripresentò il fenomeno, con il governo Monti che nella primavera 2012 stimava il calo del PIL al -1,2%, e un recupero dello 0,5% nel 2013. Purtroppo il Prodotto Interno lordo nel 2012 calò del 2,5% e nel 2013 i dati furono ancora negativi per l’1,9%.

previsioni del PIL, prospetto di percentuali e statistiche del 2012

 

Nel 2013 il governo Monti uscente a pochi giorni dal passaggio del testimone a Enrico Letta redasse il DEF azzeccando il calo del PIL per lo stesso anno, ma prevedendo -1,3% contro un -1,9% effettivo, ma ancora una volta illuse tutti nel prevedere per il 2014 un progresso del 1,3%.

previsioni del PIL, prospetto di percentuali e statistiche del 2013

Previsioni del PIL: l’illusione di fine 2013, e le stime ottimistiche del governo Renzi

Effettivamente nel 2013 vi erano molte aspettative per il 2014, e alla fine dell’anno la recessione sembrava finita, con i primi timidissimi segni più sulle dinamiche congiunturali del PIL, cosa che secondo alcuni portò Renzi ad affrettare la propria salita a Palazzo Chigi, ma nell’estate del 2014 arrivò la doccia fredda: sarebbe stato un altro anno di recessione.

E così fu smentita la stima del governo Renzi nel DEF della primavera 2014 di una crescita dello 0,8% per lo stesso anno, rimpiazzata da una recessione dello 0,4%.

Per il 2015 inoltre era stato previsto un +1,3% che evidentemente non vedremo mai

 

previsioni del PIL, prospetto di percentuali e statistiche del 2014

Veniamo all’ultimo DEF primaverile di quest’anno, quello della previsione del +0,7% per il 2015.

 

previsioni del PIL, prospetto di percentuali e statistiche del 2015

Vedremo allora anche l’ennesima smentita delle previsioni per il 2016? Non riusciremo a raggiungere l’1,3% di crescita? Moody’s già ora stima un +1%, o poco più.

In effetti le basi che portavano il governo a prevedere un +1,3% per ‘anno prossimo, o anche di più, come si spera a Palazzo Chigi, non sembrano più molto solide: di fatto erano le esportazioni quelle che si immaginava avrebbero trainato la crescita del PIL, ma nel mondo viene percepito un rallentamento, in primo luogo causato dalla crisi cinese, e dalla svalutazione del yuan.

Così acquista più valore l’ultima previsione di Moody’s, rispetto alle altre, più datate, che vediamo riassunte di sotto, che comunque difficilmente andavano oltre le stime del governo:

 

previsioni dl PIL, tabella con statistiche sulle previsioni di varie istituzioni

 

Previsioni del PIL, spesso più che stime tecniche uno strumento di politica

E’ sulla base di queste previsioni che i governi fanno le proprie promesse elettorali, e sono queste stime che le rendono possibili o meno.

Da qui si può comprendere quanto sia interesse della politica abbellire probabilmente le previsioni di crescita per pianificare operazioni (abolizione TASI, 80 euro ecc) da cui poi politicamente sarà difficile tornare indietro, e che quindi dovranno essere realizzate qualunque sia la crescita, piuttosto chiedendo di rivedere gli accordi con la UE sul deficit. E’ quanto sta accadendo.

Naturalmente molta parte di questi errori di stima sta nella mancata comprensione della situazione economica, ovvero del grado strutturale della debolezza dell’economia italiana, che va al di là delle crisi congiunturali che colpiscono tutto il Continente.

Una crisi di competitività che forse non solo il governo, ma anche imprenditori, sindacati e cittadini non hanno ben compreso, e che rischiamo di portarci appresso ancora per diverso tempo, assieme a previsioni ottimiste destinate ad essere smentite.

L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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