Caos immigrazione: la crisi continuerà fino al 2050

Pubblicato il 31 Agosto 2015 alle 13:41 Autore: Guglielmo Sano
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Caos immigrazione: le migrazioni di massa continueranno, almeno, per altri 35 anni, fino al 2050, quando la popolazione mondiale avrà raggiunto quota 9-10 miliardi di persone. L’emergenza di questa estate mette le autorità europee di fronte alle proprie responsabilità: è necessario creare una strategia comune. Nel frattempo, le organizzazioni criminali si arricchiscono.

Caos immigrazione: a che punto siamo

Secondo l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, dall’inizio del 2015, sono 300mila le persone che hanno provato ad attraversare il Mediterraneo verso l’Europa, 2500 sono morti o dispersi. In maggioranza sono siriani, afghani o iracheni le 3mila persone che ogni giorno tentano di arrivare, passando per Grecia e Macedonia, in un paese dell’Ue.

Come ha spiegato Tana De Zulueta, giornalista ed ex deputata italiana, per gli 11 milioni di sfollati della guerra siriana che hanno già lasciato il proprio paese, ce ne sono almeno altri 5 pronti a partire; il Medioriente in ebollizione è solo uno degli aspetti più drammatici sullo sfondo.

A fare da contraltare alle crisi umanitarie, ai cambiamenti climatici, c’è anche la sempre maggiore richiesta di forza lavoro “sottopagata” in un “vecchio continente” che, al momento, ha una popolazione di 550 milioni di persone, quando l’Africa, tra 30 anni, ne conterà 3 volte tanti.

Questi numeri hanno sin da subito fatto intravedere una grande occasione di lucro alle maggiori organizzazioni criminali (dell’est in particolare) che, di fatto, controllano i due terzi del traffico dei migranti, lasciando il resto a piccole organizzazioni locali.  Si guadagna di più solo con droga, armi e prostituzione, sicuramente, si rischia pochissimo in termini di giustizia.

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Caos immigrazione: chiusura Vs. accoglienza

Di fronte a una sfida difficile, l’Europa politica al momento si presenta disunita: Regno Unito e Francia stringono un patto per gestire i migranti che giungono a Calais, invece, i paesi dell’est Europa propendono più per uno stretto controllo dei confini, senza escludere la costruzione di veri e propri “argini”, d’altro canto la Germania sospende il Trattato di Dublino in previsione di 800mila richieste di asilo solo quest’anno.

L’Unione Europea, nonostante la “personalità multipla”, ha triplicato i fondi per le missioni di soccorso in mare e pattuito la redistribuzione di circa 32mila rifugiati in due anni. Siamo ancora lontani da una strategia efficace: “servono visti temporanei, quote più alte e un sistema rafforzato di protezione internazionale” ultimamente ha dichiarato William Lacy Swing, diretto dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.

A proposito di soluzioni efficaci, Manfred Weber, presidente del gruppo PPE all’Europarlamento, oggi si è dichiarato favorevole alla proposta italiana di inviare personale dell’Unione nei paesi di origine dei migranti per esaminare preventivamente le richieste d’asilo e così creare dei percorsi sicuri, bypassando le rotte dei trafficanti. Una proposta che va di pari passo con quella della creazione di un diritto d’asilo europeo, ricorda il ministro Alfano. Ora, la questione è: si riusciranno a superare gli egoismi nazionali?

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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