Expo, Alfano risponde a Cantone: “Avrà i poteri che chiede”

Pubblicato il 16 Maggio 2014 alle 15:23 Autore: Alessandro Genovesi
raffaele cantone

Duro avvertimento di Raffele Cantone, il pm chiamato dal premier Renzi a vigilare sull’Expo, dopo i casi di corruzione e di appalti truccati emersi la scorsa settimana. Il magistrato mette sotto accusa il ddl Grasso, attualmente all’esame della commissione Giustizia del Senato e in aula dal 27 maggio, che dovrebbe modificare nuovamente il regime della corruzione e della concussione.

Le critiche di Cantone vanno a colpire il merito del provvedimento: “Si modifica per l’ennesima volta la norma sulla concussione, si prova a intervenire sulla prescrizione e si pensa a un falso in bilancio che non ha alcuna efficacia nè efficienza”. Anche la norma sull’antiriciclaggio è inadeguata, poichè “così come scritta in Senato, è inapplicabile perchè prevede che ci sia nocumento all’economia, meccanismo assolutamente vago”.

Oltre che nel merito, la critica del magistrato colpisce anche il metodo: “Sono leggi spot, fatte solo sull’onda dell’emergenza”. Tuttavia “ormai c’è un gruppo politico in grado di stabilire che quella legge dovrà passare, però non avrà alcuna efficacia sul piano concreto, perchè se non troviamo i meccanismi per individuare la corruzione possiamo fare delle mere manifestazioni di principio che non avranno effetto”. La strada giusta, osserva Cantone, dovrebbe essere quella di “occuparsi della corruzione quotidianamente e non quando si verificano fatti come quelli dell’Expo”.

Molto tagliente la chiosa finale, nella quale il pm chiede al governo poteri speciali per vigilare sull’esposizione universale: “Non ho intenzione di fare gite milanesi e allo stato dell’arte non c’è possibilità che l’Autorità si occupi delle vicende relative all’Expo”. La sfida, dunque, è quella di “provare a individuare poteri specifici transitori e che riguardino solo quell’evento. Questi poteri servono e dovranno essere tali da lasciare indipendente l’Autorità”.

La replica di Grasso – “Ho presentato il mio ddl più di un anno fa, nel mio unico giorno da senatore, proprio perché, esattamente come Raffaele Cantone, ritengo quello della corruzione e dei reati economici un tema urgente e prioritario ogni giorno, non solo dopo le recenti inchieste legate ad Expo”. “Concordo anche sulla difficoltà attuale – aggiunge Grasso – di individuare e prevenire la corruzione, e sotto questo profilo la previsione di attenuanti e benefici per chi collabora potrebbe contribuire all’emersione della corruttela”. “La mia proposta sull’autoriciclaggio – spiega Grasso -, che prevedeva una nuova collocazione sistematica qualificandolo non come reato contro il patrimonio ma inserendolo in una nuova tipologia di delitti contro l’ordine economico e finanziario, è completamente diversa, anche nei comportamenti sanzionati, rispetto a quella del testo base, che unifica tutti i ddl presentati in Senato e che ancora non ho avuto modo di approfondire”. “Al di là della speranza – conclude il Presidente del Senato – che si legiferi presto e bene sui temi della corruzione, del falso in bilancio, del riciclaggio e dell’autoriciclaggio, non potrò però intervenire in alcun modo, visto il mio ruolo di presidente, sul testo che è ora in discussione in Senato”.

La risposta di Alfano – “Aumenteremo gli sforzi metteremo in rete Autorità anticorruzione, prefetture e forze dell’ordine perché la vetrina dell’Italia nel mondo sia cristallina: non solo mafia-free, ma anche mazzetta-free. E Raffaele Cantone avrà i poteri che chiede. Anzi conclude – saranno poteri costruiti su misura”. Così il ministro dell’Interno Angelino Alfano risponde al commissario Cantone che aveva chiesto più poteri per poter sorvegliare i lavori di Expo.



L'autore: Alessandro Genovesi

Classe 1987, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Udine, è da sempre appassionato di politica e di giornalismo. Oltre ad essere redattore di Termometro Politico, collabora con il quotidiano Il Gazzettino Su twitter è @AlexGen87
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