Riforme, la minoranza Pd ritira gli emendamenti

Pubblicato il 23 Settembre 2015 alle 09:52 Autore: Redazione
maria elena boschi

Un detto dice che la notte porta consiglio. Deve essere stato così anche per governo e minoranza Pd. Nella notte infatti la maggioranza ha raggiunto un accordo e ha depositato tre emendamenti al ddl Boschi firmati da Anna Finocchiaro. I senatori saranno decisi “in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge” recita l’emendamento all’articolo 2 del ddl Boschi. Con gli altri due emendamenti della maggioranza vengono riconosciute al Senato più funzioni e poteri di controllo. In particolare, con la proposta di modifica all’articolo 1, viene puntualizzato come a Palazzo Madama spetti l’esercizio di “funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica”. Il Senato, si aggiunge poi, “valuta le politiche pubbliche e l’attività delle pubbliche amministrazioni e verifica l’impatto delle politiche dell’Unione europea sui territori. Concorre ad esprimere pareri sulle nomine di competenza del governo nei casi previsti dalla legge e a verificare l’attuazione delle leggi dello Stato”.

Riforme, minoranza Pd: “Raggiunta mediazione degna”

Gli emendamenti della maggioranza fanno felice la minoranza Pd. “Gli elettori scelgono i senatori: questo è il principio costituzionale, i dettagli li si vedranno come giusto nella legge elettorale” dice Pier Luigi Bersani all’ANSA. “È un bel successo del Pd – aggiunge – e spero che in questo clima nuovo tutti assieme e senza più strappi si possa lavorare ancora per perfezionare la riforma”.

“Gli emendamenti presentati sulla eleggibilità dei senatori, sulle funzioni e competenze del Senato, frutto di un confronto e lavoro comune nel Pd, sono positivi. Esprimono una ritrovata unità nel partito e consentono un impegno unitario sui temi delle riforme e dell’azione di governo” afferma il senatore del Pd Vannino Chiti. “Sono soddisfatto che si sia raggiunta una mediazione degna – aggiunge l’esponente dem – i senatori saranno sindaci e consiglieri regionali, ma saranno i cittadini a sceglierli. Tornano nella competenza del Senato funzioni di rilievo relative al controllo delle nomine pubbliche, alle nomine dei giudici della Corte Costituzionale, al ruolo nelle politiche europee e nei confronti del sistema delle autonomie, che rendono il nuovo Senato un’istituzione non irrilevante. Come si vede, il bicameralismo paritario si può superare salvaguardando pienamente il diritto dei cittadini a scegliere i propri rappresentanti nelle istituzioni”. Esulta anche Gianni Cuperlo: “Una buona riforma della Costituzione è il traguardo di tutti. Il testo degli emendamenti all’articolo 2 proposti stamane a Palazzo Madama è una soluzione che garantisce il diritto dei cittadini a scegliere i senatori senza annullare i pilastri dell’impianto. Adesso facciamo un passo in più”.

Riforme, minoranza Pd ritira gli emendamenti

La minoranza Pd ritira gli emendamenti relativi al comma 5 dell’art 2 “oggetto dell’accordo”. È quanto rende il senatore Miguel Gotor precisando che “restano gli emendamenti relativi ad altri commi dell’art. 2 in attesa della decisione del presidente Grasso, come forma di rispetto istituzionale e personale nei suoi riguardi. In queste settimane egli non ha mai cessato di auspicare un confronto e un accordo”.

Riforme, gli emendamenti delle opposizioni

Intanto, come promesso, la Lega presenta una valanga di emendamenti. “Sono 82.730.460 i miei emendamenti alla Riforma costituzionale. Non ho sentito nessuno della maggioranza avevo segnalato che li avrei presentati” gongola il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. Si tratta di 200 emendamenti cartacei e il resto su dvd. Diciassette sono invece gli emendamenti della minoranza Pd (ma, come anticipato dal ministro Boschi, è probabile che verranno ritirati). Più di 62 mila ne hanno invece presentati Sel e Gruppo Misto. Il M5S ne ha presentati 200 mentre Forza Italia 1.173.

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