Volkswagen ma non solo: i 10 ritiri di auto difettose più eclatanti della storia

Pubblicato il 20 Ottobre 2015 alle 10:13 Autore: Emanuele Vena

Volkswagen ma non solo. Il colosso tedesco ha annunciato di recente che nel 2016 potrebbe “richiamare” 8.5 milioni di veicoli con diesel “truccato” presenti sul suolo europeo. Le cifre che girano da settimane parlano – secondo le ammissioni dei vertici della casa automobilistica – dell’installazione del dispositivo truffaldino in un totale di circa 11 milioni di veicoli sparsi in tutto il mondo. Altrettanto da capogiro sono i numeri che circolano a proposito delle possibili ricadute negative sul versante economico, con Volkswagen che ha già accantonato 6.5 miliardi di euro e i grandi azionisti che sarebbero pronti a far causa al gigante teutonico per una cifra pari a 40 miliardi di euro.

Numeri consistenti ma che – con riferimento al quantitativo di auto ritirate dalla circolazione – non rappresentano un record assoluto. La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) – agenzia governativa federale statunitense facente parte del Dipartimento dei Trasporti e con la mission di “salvare vite, prevenire infortuni in seguito ad incidenti, ridurre il numero di incidenti imputabili ai veicoli” – nei suoi database ha stilato un elenco dei 10 ritiri di auto difettose più eclatanti della storia.

Ford

Volkswagen? il record è di Ford

Nell’archivio della NHTSA vi sono report di oltre 30 anni di indagini, controlli e procedimenti esecutivi effettuati dall’agenzia su veicoli di svariate marche. Escludendo il recente scandalo Volkswagen, il primato – in verità poco onorevole – in termini numerici spetta alla Ford, che si piazza ben 5 volte nei primi 10 posti.

1. Ford 1980: 21 milioni di veicoli
Il colosso statunitense nel 1980 richiamò ben 21 milioni di auto per problemi di parcheggio in retromarcia.

2. Ford 1996: 7.9 milioni di veicoli
Seconda piazza ancora per Ford, che nel 1996 ha richiamato quasi 8 milioni di automobili per problemi all’impianto di accensione.

3. General Motors 1971: 6.6 milioni di veicoli
Al terzo posto c’è General Motors, che nel 1971 ha ritirato circa 6.6 milioni di auto per problemi al motore che causavano improvvise quanto inaspettate accelerazioni.

4. General Motors 2014: 5.8 milioni di veicoli
Anche il colosso di Detroit ha dovuto fronteggiare problemi all’impianto di accensione, con difetti sull’interruttore che hanno spinto la casa automobilistica a ritirare 5.8 milioni di vetture.

5. General Motors 1981: 5.8 milioni di veicoli
Quinta piazza ancora per GM, che dagli anni ’70 in poi ha ritirato poco meno di 6 milioni le auto per problemi alle sospensioni.

6. Honda 2014: 5.3 milioni di veicoli
Sono invece gli airbag il tallone d’achille di Honda, che nel 2014 hanno spinto il costruttore asiatico a richiamare più di 5 milioni di vetture.

7. Ford 2005: 4.5 milioni di veicoli
Ancora protagonista Ford, che nel 2005 ha ritirato 4 milioni e mezzo di vetture per problemi di surriscaldamento all’impianto di controllo della velocità.

8. Ford 2009: 4.5 milioni di veicoli
A 4 anni di distanza, nuovi grattacapi per l’azienda statunitense, su un diverso lotto di auto ma per lo stesso problema: difetti all’impianto di controllo di velocità. Altri 4.5 milioni di veicoli richiamati.

9. Toyota 2009: 4.4 milioni di veicoli
Nel 2009 sono iniziati i problemi per il gigante nipponico, costretto a ritirare quasi 4 milioni e mezzo di veicoli a causa di un problema all’impianto di accelerazione.

10. Ford 1972: 4 milioni di veicoli
Non c’è pace per Ford: nel 1972 il problema sono le cinture di sicurezza. I cui difetti spingono l’azienda statunitense a ritirare oltre 4 milioni di vetture.

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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