Global Risks Report 2016: il mondo mai così in pericolo?

Pubblicato il 14 Gennaio 2016 alle 13:13 Autore: Guglielmo Sano
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Global Risks Report 2016: è arrivato all’undicesima edizione il rapporto del World Economic Forum sui rischi che contraddistingueranno l’anno appena iniziato; 750 esperti hanno calcolato la probabilità e il potenziale d’impatto – considerandone l’incidenza all’interno di un orizzonte temporale dalla durata decennale – di 29 diversi fattori di rischio, a loro volta, ripartiti in 5 macro-categorie: rischio economico, ambientale, geopolitico, sociale e tecnologico.global risks report 2016

In termini di probabilità, per quest’anno, il maggiore fattore di rischio da annotare sull’agenda mondiale è rappresentato dall’immigrazione su larga scala, mentre, in termini di impatto potenziale, per la prima volta dal 2006, domina la classifica un fattore di carattere ecologico, cioè il fallimento della mitigazione dei cambiamenti climatici e dell’adattamento a essi. Allo stesso modo, negli 11 anni di vita del rapporto, non si erano mai visti, simultaneamente, in entrambe le “top five”, fattori di 4 diverse categorie. Sono ben 24 i fattori di rischio con “probabilità” in aumento.

Global Risks Report 2016: il mondo mai così in pericolo?

Stando al rapporto, a destare le maggiori preoccupazioni nell’arco dei prossimi 18 mesi saranno, oltre alle migrazioni di massa, dei fattori di carattere geopolitico ed economico. Se si guarda, invece, nel lungo periodo, i fattori di rischio sembrano legati esclusivamente alle problematiche di tipo strettamente ecologico. A tal proposito, gli autori del report hanno evidenziato come il cambiamento climatico stia esacerbando le problematiche legate alle migrazioni e alla sicurezza.

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Il Global Risks Report analizza anche le interconnesioni tra i potenziali fattori di rischio per suggerire i settori d’intervento prioritari e la pianificazione degli imprevisti. Tutte e cinque le maggiori “coppie” di fattori rilevate per il 2016 hanno aumentato le loro interconnessioni rispetto al 2015: la coppia maggiormente interconnessa risulta quella tra “profonda instabilità sociale” e “disoccupazione/sottoccupazione” che, da sola, rappresenta il 5% di tutte le interconnessioni.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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