VIDEO Lo spot che riaccenderà il dibattito sulla moschea a Milano

Pubblicato il 26 Gennaio 2016 alle 17:59 Autore: Giuseppe Spadaro
Islam, fermo immagine dello spot firmato Caim per chiedere il diritto di avere una moschea a Milano

Spot moschea a Milano: con uno spot firmato dal coordinamento delle associazioni musulmane di Milano e Monza e Brianza (CAIM) viene rilanciato il dibattito sulla presenza di moschee nelle nostre città. Si tratta di diritti e forse non è un caso che il tema venga posto nelle stesse settimane in cui l’agenda del dibattito pubblico sia concentrata sul ddl Cirinnà sulle unioni civili.

Lo spot ha l’obiettivo di sollecitare il Comune di Milano ad accelerare le operazioni del complesso iter burocratico che dovrà portare alla costruzione della moschea di Milano. Il portavoce del coordinamento delle associazioni Davide Piccardo spiega: “In Italia a quasi due milioni di cittadini musulmani non viene garantito il diritto di avere dei luoghi di culto. A Milano alla comunità islamica non sono stati sufficienti quasi 5 anni di impegno e nemmeno la vittoria di bando pubblico con la conseguente assegnazione provvisoria hanno permesso di tramutare il realtà il sogno di 100mila musulmani. Rivendichiamo il diritto alla dignità, chiediamo che l’amministrazione Pisapia porti a termine il percorso che la nostra comunità ha portato avanti con lealtà e trasparenza, siamo in attesa di poter costruire la prima vera moschea di Milano perché Milano se la merita”.

Ecco lo spot che rovescia gli stereotipi

Cittadini in attesa di un diritto. #moscheasiprego

Appello ‘Noi musulmani di Milano’ dal sito moscheadimilano.it

Ecco l’appello pubblicato dalla comunità islamica sul sito moscheadimilano.it. La comunità islamica in Italia vive una situazione di disagio, quasi due milioni di uomini e donne che vivono parzialmente privati del diritto di praticare la propria religione. Bensì questo diritto sia sancito dalla nostra costituzione, i musulmani italiani sono vittime di un vuoto normativo che non permette di beneficiare dei diritti riconosciuti ai cittadini di altre fedi e così niente educazione religiosa a scuola, niente alimentazione halal, niente permesso per pregare il venerdì, ma soprattutto niente moschee. Oggi la nostra comunità prega in quasi 700 luoghi di preghiera informali in tutto il paese e solo 5 moschee ufficialmente riconosciute. Ogni comunità che cerca di aprire una moschea, che si tratti di una semplice di preghiera o di una vera e propria moschea incontra enormi ostacoli posti dalle amministrazioni locali la cui azione risente molto del clima di islamofobia o di diffidenza nei confronti di una comunità islamica ancora in prevalenza composta da stranieri.

Il CAIM grazie alla forza dell’unità della comunità e ad una leadersphip di giovani musulmani italiani molto competenti è riuscito ad imporre la questione della moschea nell’agenda politica e mediatica della capitale economica del Paese. Attraverso il miglioramento degli standard e la capacità operativa delle associazioni islamiche e grazie ad un’intensa attività fatta di relazioni politiche, di lavoro culturale, di cooperazione con le altre religioni e di rapporto positivo con la società il CAIM è diventato l’attore più rilevante nella battaglia per il diritto ci culto in Italia. Il CAIM ha dimostrato equilibrio e saggezza prendendo sempre posizione in modo deciso contro la violenza e l’estremismo nel mondo. Si è realizzato un lavoro molto importante di difesa legale delle nostre comunità per evitare che alcuni luoghi di preghiera venissero chiusi, ricorrendo in tribunale abbiamo vinto molte cause e protetto la Casa di Allah dalla chiusura. Inoltre il CAIM e le sue associazioni si sono impegnate moltissimo nel campo umanitario affrontando insieme alle istituzione l’emergenza dei profughi provenienti dalla Siria.

Numerose sono state le campagne pubblicitarie e mediatiche, la presenza costante della comunità nel dibattito pubblico e le sue prese di posizione, il suo contributo alla vita sociale e politica hanno fatto si che l’amministrazione Comunale di Milano ritenesse inevitabile affrontare la questione delle moschee. Il Comune di Milano ha creato un registro delle associazioni religiose della città a cui si sono iscritte le nostre organizzazioni e poi ha indetto un bando per l’assegnazione di tre aree per la costruzione di luoghi di culto. L’assegnazione verrà decisa attraverso un concorso di progetti tra le diverse comunità religiose della città quindi non solo noi musulmani ma anche gli induisti, i cristiani evangelici, i buddhisti.

Noi abbiamo intenzione di concorrere per ottenere l’assegnazione dell’area più grande ( 5000 mq) e costruire la prima vera moschea di Milano e la seconda più grande del paese dopo quella di Roma. Si tratta di un’occasione molto importante, perché rappresenta la possibilità per i musulmani di uscire dall’informalità e di realizzare una moschea vera, riconosciuta, dignitosa, riconoscibile, che rappresenti adeguatamente l’immagine della nostra religione.

Oggi ci sono migliaia di ragazzi musulmani che non sono mai entrati in una vera moschea, che non hanno mai visto una vera moschea, spesso ci sentiamo in imbarazzo quando vogliamo invitare i non musulmani in moschea per fare dawa e far conoscere l’Islam perché i nostri luoghi di preghiera non sono all’altezza.

Abbiamo l’occasione di completare quello che è stato un percorso importante che ha goduto di grande attenzione mediatica, che ha visto le organizzazioni islamiche all’altezza della sfida riuscire ad ottenere un primo grande risultato, Milano è sempre stata il laboratorio d’Italia, a Milano nascono tutte le tendenze e sappiamo che inshallah, quello che si farà a Milano verrà replicato in tutta Italia, anche per questo riteniamo indispensabile partecipare a questo bando, vincere e costruire una bellissima moschea.

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L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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