Arabia Saudita: Ryad vuole diventare una meta turistica

Pubblicato il 29 Aprile 2016 alle 15:44 Autore: Guglielmo Sano
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Arabia Saudita: Ryad ha bisogno di diversificare la sua economia e punta sul turismo, un obiettivo non da poco per un paese dove è proibito bere alcolici e in cui vige una rigida divisione tra i sessi nei ristoranti. Sì, davvero non da poco se si considera che alcuni dei passatempi considerati innocui in tutto il mondo fino a poco tempo fa non esistevano (il primo cinema ha aperto a dicembre).

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Grafica realizzata dal Washington Post su dati della Banca Mondiale

Arabia Saudita: Ryad vuole diventare una meta turistica

L’annuncio è arrivato dall’alto, dal principe ereditario Mohammed Bin Salman, 31enne figlio del Re Salman, che desidera trasformare il paese in una meta vacanziera “per i turisti di tutte le nazionalità“, ha riportato il Washington Post. La dipendenza dal petrolio si fa sempre più stretta – è arrivato il momento di potenziare quello che un funzionario del governo tempo addietro ha definito “il secondo settore economico più importante per l’Arabia Saudita“.

Il nuovo corso non viene dal nulla, infatti, pochi giorni fa Ryad ha diffuso Saudi Vision 2030, un documento che descrive la strategia di riallinenamento dell’economia saudita, in vista di una riduzione degli introiti provenienti dal greggio. Attualmente, il 50% del Pil saudita proviene dal settore petrolifero, mentre solo il 2,5% è costituito dal turismo. Ad oggi, pare che gli investimenti riguardanti quest’ultimo verranno portati dagli attuali 8 miliardi di dollari a quasi 46 miliardi nel 2020.

Considerando che l’Arabia Saudita ospita sia Medina che La Mecca (le due località sono “sante” per l’Islam, inoltre, ogni fedele musulmano è “obbligato” – almeno una volta nella vita – a fare un pellegrinaggio a La Mecca) a recarsi nel paese sono, soprattutto, “pellegrini”. Adesso, però, l’Arabia Saudita ha bisogno di turisti, non solo di pellegrini, per questo motivo Mohammed Bin Salman ha ordinato la costruzione di attrazioni “di prima categoria”, in particolare, nelle zone costiere.

Certo è che per attirare russi e occidentali, hanno dichiarato alcuni esperti, c’è bisogno di “alcol e bikini”: sembra proprio che per sviluppare il proprio settore turistico Ryad sarà costretta a “ritoccare” le proprie politiche sociali come quelle religiose. Non si sa ancora fino a che punto il clero saudita sia disposto ad assecondare questo mutamento.

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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