Ballottaggi comunali, il centrodestra spinge il M5S: come si è spostato il voto tra primo e secondo turno

Pubblicato il 20 Giugno 2016 alle 11:22 Autore: Emanuele Vena
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Ballottaggi comunali: come si è spostato il voto tra primo e secondo turno

I ballottaggi del 19 giugno hanno visto il M5S come vero vincitore di questa tornata di amministrative, con ben 19 successi – tra cui ovviamente Roma e Torino – in 20 casi in cui era presente un candidato grillino al secondo turno. Di riflesso, piuttosto negativo sia il risultato del PD – che tiene la roccaforte di Bologna e conferma Milano, perdendo però in malo modo Roma e Torino – che quello del centrodestra, che vede nella riconquista di Trieste l’unico grande risultato di questi ballottaggi. Ma, in attesa di analisi più dettagliate da parte degli istituti demoscopici specializzati, cosa possiamo dire a proposito dello spostamento complessivo del voto tra primo e secondo turno nelle grandi città, analizzando sia l’affluenza che il numero di voti assoluti espressi?

Per quanto riguarda il dato dell’affluenza, 5 dei 6 capoluoghi di regione chiamati al voto hanno fatto registrare un calo tutto sommato fisiologico rispetto al 1° turno, con una minor partecipazione che oscilla tra i 2 ed i 6 punti percentuali. Unica a far eccezione è Napoli, che fa registrare un -18%. Un dato che però sorprende sino ad un certo punto, visto che riferito all’unica grande città in cui al ballottaggio non era presente un candidato del PD, stante l’esclusione al primo turno di Valeria Valente, sopravanzata sia dal sindaco uscente – e ora riconfermato – Luigi De Magistris sia dal candidato di centrodestra Gianni Lettieri.

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A confermare la scelta di buona parte dell’elettorato vicino al PD – ma anche del M5S – di non recarsi alle urne per il ballottaggio è il computo dei voti assoluti raccolti da De Magistris e Lettieri. Il sindaco riconfermato ha ottenuto appena 13 mila voti in più rispetto al primo turno, mentre Lettieri ne ha addirittura persi 4 mila. Numeri decisamente inferiori rispetto agli oltre 120 mila elettori che hanno scelto PD e M5S al primo turno, segno di come non vi sia stato alcun riposizionamento netto da parte dell’elettorato di questi due partiti.

Ballottaggi comunali: il centrodestra spinge il M5S

Netto sembra invece esser stato l’endorsement del centrodestra in favore del candidato grillino in città come Roma e Torino. Virginia Raggi ha ottenuto ben 300 mila voti in più rispetto al primo turno, mentre Roberto Giachetti “solo” 50 mila. Se l’incremento di Giachetti è vicino a quei 58 mila voti raccolti 15 giorni fa da Stefano Fassina – che comunque aveva dichiarato di non voler appoggiare Giachetti al secondo turno – ancor più evidente risulta invece il ricollocamento (a favore della Raggi) di gran parte dei quasi 270 mila elettori che hanno scelto Giorgia Meloni al primo turno, senza tralasciare la fetta forzista dei 184 mila sostenitori di Alfio Marchini, nonostante Silvio Berlusconi abbia evitato di esprimere preferenze.

Non molto diverso il discorso a Torino, con Chiara Appendino che ha guadagnato circa 85 mila voti rispetto al primo turno, mentre l’aumento di Piero Fassino è stato di appena 8 mila voti, troppo poco per pensare di aver convinto una buona fetta di quei 52 mila voti che al primo turno hanno preferito il parlamentare di Forza Italia Osvaldo Napoli o il candidato della Lega Alberto Morano.

Molto marginale – o meglio, piuttosto equilibrato – invece il ricollocamento degli elettori grillini a Milano. Circa 40 mila sono i voti guadagnati al ballottaggio da Beppe Sala, poco più di 10 mila in più rispetto a Stefano Parisi. Un dato che ha ampliato il distacco tra i 2 contendenti di poco più di 2 punti rispetto al primo turno, senza però rovesciare il verdetto di 15 giorni fa.

Ininfluente sembra essere stato il riposizionamento dei grillini a Trieste – dove il candidato di centrodestra Roberto Dipiazza ha gestito gli 11 punti di vantaggio guadagnati al primo turno – e soprattutto a Bologna, dove il recupero di Lucia Borgonzoni – che, pur perdendo il confronto con Virginio Merola, ha ridotto il gap di ben 9 punti rispetto al primo turno – sembra esser dovuto più che altro ai voti provenienti dall’ex collega di partito Manes Bernardini, fermatosi al 10% al primo turno.

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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