Italicum, ecco cosa pensano i capigruppo

Pubblicato il 11 Luglio 2016 alle 16:18 Autore: Ilaria Porrone
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Italicum si, Italicum no. L’apertura di Matteo Renzi sull’Italicum (‘è nelle mani del Parlamento’ – ha dichiarato il premier due giorni fa al vertice Nato) ha riaperto il confronto sulla legge elettorale. Il Corriere della Sera ha chiesto ai capigruppo alla Camera se è il caso di cambiare la legge elettorale.

Italicum, le posizioni dei partiti

La posizione più cauta è quella del Partito Democratico, che apre alle modifiche solo dopo il referendum costituzionale. Il capogruppo Ettore Rosato ha infatti spiegato la necessità che ci sia “un vero consenso verso modifiche puntuali” e che “legare gli effetti dell’Italicum a un turno delle amministrative sarebbe un errore”.

Diametralmente opposto è invece il pensiero del M5s. Il movimento di Beppe Grillo è l’unico a non chiedere cambiamenti, ma l’abolizione della legge. Come ha affermato la capogruppo Laura Castelli: “l’Italicum va completamente abolito e sostituito da quella che è la nostra proposta elettorale una legge che permetterebbe la rappresentatività e governabilità senza le distorsioni dell’Italicum”.

Dello stesso schieramento anche Forza Italia. Per tattica politica gli azzurri si dicono infatti contrari a qualsiasi modifica della legge approvata nel maggio del 2015. Per il capogruppo Renato Brunetta Renzi deve dimettersi “prima di riaprire l’Italicum perché lui è un produttore di un disastro”. il vicecapogruppo Maria Stella Gelmini però rivela: “anche se per noi oggi non è una priorità, l’Italicum andrebbe modificato introducendo il premio alla coalizione”.

 

Arturo Scotto, capogruppo di Sinistra italiana, apre alle modifiche e sostiene che “bisognerà ridurre l’impatto ipermaggioritario di questa legge e soprattutto chiudere per sempre la stagione dei nominati, come ci chiede la Corte costituzionale”. Anche Scelta civica è favorevole alle modiche all’Italicum. Come spiega Giovanni Monchiero “noi vogliamo il ‘Provincellum’, ovvero l’introduzione di collegi piccoli, cui è collegato il nome del candidato premier, che poi verranno distribuiti all’interno di ogni regione su base proporzionale”.

Fuori dal coro la voce della lega Nord, che in questo momento preferirebbe che il premier si occupasse di altro. Come sostiene Massimiliano Fedriga, “il Parlamento dovrebbe preoccuparsi dei dati economici attuali che non sono affatto positivi”. Fedriga sostiene inoltre anche che “l’Italicum combinato con la riforma costituzionale sia una legge sbagliata perché non dà rappresentatività”.

Centro democratico non ha votato l’Italicum, Lorenzo Dellai sottolinea come il suo partito sia disponibile a ragionare a una sua modifica. Anche Fratelli d’Italia si dice d’accordo sulla riapertura del sistema elettorale, come spiega Fabio Rampelli, che invoca “l’introduzione delle primarie per legge in modo da evitare le primarie casarecce dei nostri partiti”.

I 61 deputati del gruppo misto,  del quale fanno parte otto sigle fra cui Ala di Denis Verdini, Conservatori e riformisti, sono alla modifica dell’Italicum. Spiega Pino Pisicchio: “noi siamo favorevoli alla riapertura del dossier. La modifica che può trovare tutto il gruppo compatto è l’introduzione del premio alla coalizione al posto del premio alla lista”.

L'autore: Ilaria Porrone

Classe 1987, vive a Roma. Laureata in Relazioni Internazionali presso l’Università di Roma Tre. Appassionata di storia e comunicazione politica, nel tempo libero è una volontaria della ONG Emergency. Collabora con Termometro Politico dal 2014. Su twitter è @IlariaPorrone
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