Scelta Civica: una scissione che porta Verdini al governo

Pubblicato il 15 Luglio 2016 alle 13:38 Autore: Redazione
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Scelta Civica: una scissione che porta Verdini al governo

Nuova frattura nel partito dell’ex premier Mario Monti. Il vice ministro dell’Economia Enrico Zanetti, insieme ai fedelissimi Mariano Rabino, Giulio Cesare Sottanelli e Angelo Antonio D’Agostino, lascia il gruppo alla Camera – portandosi dietro nome e simbolo – e si unisce ai 10 deputati di Ala e a un deputato di “Fare!”. Così è nato “Scelta Civica verso Cittadini per l’Italia”, un progetto politico che si propone di unire le anime liberaldemocratiche di centro. Il primo passo del nuovo “partitino” sarà l’adesione ai comitati liberali per il Sì al referendum costituzionale. L’obiettivo dichiarato è quello di trasformarsi nella sezione italiana di ALDE, il raggruppamento deu liberali europei.

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Scelta Civica: una scissione che porta Verdini al governo

Giovanni Monchiero, Bruno Molea e Giovanni Palladino, il capo e i vice capo gruppo di Sc alla Camera, non hanno aspettato per commentare “al vetriolo”: “apprendiamo dalle agenzie di stampa che da oggi Verdini è entrato nel governo, con un vice ministro all’Economia”. Ci sarebbe, dunque, la nomina di un direttorio Sc fortemente contrario a qualsivoglia convergenza con l’ex azzurro dietro il distacco.

Intanto, la minoranza Pd, per bocca di Roberto Speranza chiede le dimissioni del vice ministro dell’Economia: “Apprendiamo che il viceministro Zanetti, oggi messo in minoranza nel suo gruppo di provenienza, costruisce un nuovo gruppo con Verdini. Se è vero che, come più volte ribadito da Matteo Renzi, Ala resta fuori dalla maggioranza allora l’unica naturale conseguenza sono le dimissioni di Zanetti dal governo”. Non si è fatta attendere la risposta dei renziani: “scelto per competenze, non importa il gruppo di appartenenza”. Raggiunto da Repubblica, un dirigente Dem di cui non è stato precisato il nome ha aggiunto: “la verità è che la presenza di Ala rende ininfluente le minacce della minoranza Pd in Senato. Prima era un continuo minacciare, ora le loro armi sono spuntate”.

L'autore: Redazione

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