Oxfam: un mondo sempre più spaccato tra ricchi e poveri

Pubblicato il 22 Luglio 2016 alle 10:59 Autore: Redazione
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Oxfam: un mondo sempre più spaccato tra ricchi e poveri

Un profeta vissuto circa duemila anni fa, in una terra nemmeno troppo lontana dalla nostra, disse che gli ultimi sarebbero stati i primi. Almeno sulla terra, questo obiettivo rimane molto lontano. Dall’ultimo rapporto Oxfam sulle diseguaglianze emerge uno scenario angoscioso, un mondo profondamente spaccato in due tra ricchi sempre più ricchi e poveri drammaticamente più poveri.

Oxfam: un mondo sempre più spaccato tra ricchi e poveri

Secondo i dati raccolti da Credit Suisse e da Oxfam la gran parte della ricchezza globale è in mano all’1% della popolazione mondiale (questa piccola porzione di cittadini possiede più ricchezza di tutto il resto del pianeta). Il dato più preoccupante è che la metà più povera della popolazione ha visto ridursi, negli ultimi 5 anni, di 1000 miliardi la propria ricchezza, anticipando di un anno ogni previsione.

Questo dato è decisamente allarmante ed è la prova che l’impoverimento dei poveri sta subendo una brusca accelerazione. Ancora peggiore è la situazione se consideriamo la distribuzione di quella che viene chiamata “nuova ricchezza”. Il reddito globale ha visto negli ultimi anni un forte incremento, una crescita che però non è equamente distribuita.

Ipotizzando una condivisione equa del Pil mondiale a ogni decimo della popolazione sarebbe spettato circa il 10% della ricchezza. Lontano dalle ipotesi la cosa è andata molto diversamente: negli ultimi 20 anni il 46% dell’aumento totale del reddito è andato a soltanto il 10%  più ricco della popolazione mondiale.

Il 10% più povero ha ottenuto soltanto lo 0,6%. Nella sostanza il 10% più ricco della popolazione globale ha ricevuto più di quanto abbia ottenuto il resto della popolazione globale, e ben il quadruplo della fetta di popolazione globale più povera.

Quelli pubblicati dall’Oxfam  sono dati allarmanti, che mostrano una situazione globale di profonda iniquità e ingiustizia. La comunità internazionale e le organizzazioni di carattere economico non possono chiudere gli occhi e continuare a voltarsi dall’altra parte. Ma è necessaria un’azione diretta, che miri a creare un sistema responsabile, e non si limita a quella cooperazione per lo sviluppo che spesso ha la triste apparenza di una mera carità.

Giorgio Mirando

L'autore: Redazione

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