Charlie Hebdo: ecco chi difende in Italia le vignette sul terremoto

Pubblicato il 5 Settembre 2016 alle 12:05 Autore: Redazione
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Charlie Hebdo: ecco chi difende in Italia le vignette sul terremoto

Charlie Hebdo continua a far discutere. Dopo la satira sull’Islam, considerata la causa del sanguinoso attentato subito dalla rivista parigina nel gennaio 2015, ora nel mirino dei vignettisti transalpini è entrato il devastante terremoto di Amatrice dello scorso 24 agosto. Con una vignetta che ha fatto inorridire in molti, compresi i tanti italiani che si erano uniti al JeSuisCharlie, il messaggio di solidarietà diffuso nel mondo subito dopo l’attentato compiuto dai fratelli Kouachi, simbolo che ha inaugurato la scia di sangue portata dall’ISIS in Francia negli ultimi 2 anni.

Ognuno è libero di farsi la propria idea e dare il proprio giudizio personale in merito alla vignetta. Quello che è certo, però, è che la sortita della rivista satirica francese ha indispettito molti ma non tutti, anche qui in Italia.

Tra i tanti indignati va segnalato il quotidiano Il Tempo, che ha risposto alla rivista satirica francese sul suo stesso terreno, con una vignetta eloquente che ritrae un fondamentalista islamico incappucciato ed intento a sparare all’impazzata sulla redazione di Charlie Hebdo, con un titolo eloquente – Tartare à la parisienne – ed un commento ancor più d’impatto: “Cari francesi, una vignetta così vi avrebbe fatto ridere?”

Durissimo invece Libero, che ha commentato i disegni francesi con un titolo shock: “Viene voglia anche a noi di sparargli”.

Le reazioni italiane indispettite hanno spinto la rivista francese ad un’ulteriore vignetta sulle macerie post terremoto, con cui si respingono le accuse e si punta il dito contro la mafia, ritenuta la vera responsabile della costruzione dei palazzi crollati in seguito al sisma.

Charlie Hebdo: chi difende le vignette sul terremoto

Ma dallo Stivale arrivano anche manifestazioni di solidarietà nei confronti della rivista francese. E’ il caso di Sabina Guzzanti, che difende la vignetta ritenendola la perfetta descrizione di “quello che è successo e di quello che tutti noi pensiamo”, puntando il dito contro i “banditi che ci governano”.

Solidale con i cugini d’oltralpe è anche Roberto Recchioni – attuale responsabile di Dylan Dog, uno dei personaggi più famosi del fumetto italiano – che non usa mezzi termini: “tutti buoni a difendere la satira con i morti degli altri”.

Più sfumata la posizione di Stefano Bartezzaghi – giornalista del gruppo L’Espresso-Repubblica – che ritiene la vignetta un grave errore, pur difendendo la “libertà di sbagliare” della satira. Di tenore simile anche la vignetta di Jenus, che difende la satira francese ma raffigura un colabrodo insanguinato, simbolo dell’operato dei servizi segreti francesi in occasione dell’attentato subito da Charlie Hebdo. Come a dire: ognuno ha i propri scheletri nell’armadio.

L'autore: Redazione

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