Comuni: quanti ne vengono sciolti e perché

Pubblicato il 5 Ottobre 2016 alle 20:12 Autore: Beniamino Valeriano
comuni, corruzione, mafia

Comuni: quanti ne vengono sciolti e perché

Quanti comuni vengono commissariati in Italia ogni anno? Perché vengono sciolti? Quanti cittadini italiani sono coinvolti? Sono solo alcune delle domande dell’ultimo dossier di Openpolis che, elaborando  i dati del Ministero degli Interni, ci restituisce un quadro del nostro Paese non proprio incoraggiante. In media in Italia sono 170 i comuni commissariati ogni anno. Un fenomeno da non sottovalutare, soprattutto per la sua costanza nel tempo. I provvedimenti con cui il presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell’Interno, dispone di sciogliere un consiglio comunale sono un indice indiretto dell’efficienza delle amministrazioni.

Comuni: quanti ne vengono sciolti e perché

Emblematico il caso di Roma. Dal 2000 a oggi, infatti, ci sono stati tre commissariamenti, che hanno così influito in maniera negativa sulla capacità di erogare alcuni dei servizi fondamentali per la mancanza di programmazione politica.

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Perché viene commissariato un comune? 

Secondo il Testo unico degli enti locali (Tuel) , un comune può essere sciolto per quattro motivi: una azione da parte del consiglio comunale contro la legge o la costituzione, una mancata approvazione del bilancio entro i termini di legge, un mancato funzionamento degli organi o quando emergono collegamenti diretti o indiretti degli amministratori con la criminalità organizzata.

Qual è la situazione attuale? 

A oggi sono 82 i commissariamenti attivi. Un dato apparentemente confortate se guardiamo le statistiche (Nel 2005, ad esempio, i comuni commissariati erano ben 2005). In realtà, di questi 82 comuni il 14% è in amministrazione straordinaria da oltre 400 giorni, e il 3% addirittura da più di 600. Rispetto al periodo 2001-2014, le infiltrazioni mafiose sono il 15% del totale, quasi il doppio del periodo analizzato. Inoltre, bisogna considerare che nell’ultimo anno sono 1.300 i comuni che sono andati a votare, falsando così i dati del 2016.

Quando la mafia entra in consiglio comunale

Dal 1991 al 2014, i commissariamenti per infiltrazioni mafiose sono stati 258. Nel 2012, per la prima volta nella storia, è stato sciolto per mafia un comune capoluogo di provincia, Reggio Calabria.

Lo scioglimento di un comune per mafia segue un iter leggermente diverso e implica un notevole peso politico.  A decretare lo scioglimento è il presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell’interno e prevede un periodo da dodici a diciotto mesi, ma in casi eccezionali si può arrivare a un massimo di due anni.  Con l’arrivo di Mario Monti  a palazzo Chigi i decreti di scioglimento per infiltrazioni mafiose sono aumentati del 380%.

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Forti le differenze tra Nord e Sud.  Negli ultimo 13 anni il 97,08% è avvenuto nel mezzogiorno. In cima a questa triste classifica troviamo Campania e Calabria che da sole hanno collezionato oltre il 71% dei casi. Come se non bastasse, in queste regione si trovano  8 dei 9 comuni che dal 1991 a oggi sono stati commissariati 3 volte per mafia.

Popolazione coinvolta

Sono  poco più di 2,5 milioni di persone l’anno (circa il 4% dei cittadini). In genere il fenomeno riguarda piccoli comuni, al di sotto dei 3.000 abitanti. Solo solo tre i casi che anno colpito città importanti. Il comune di Roma è stato sciolto nel 2001 e nel 2008 per le dimissioni del sindaco, mentre nel 2012 il  Reggio Calabria è stato sciolto per mafia.

Le amministrazioni straordinarie hanno toccato tutto sommato una piccola parte della popolazione italiana. Si parla di poco più di 2,5 milioni di persone l’anno, circa il 4% dei cittadini. Livelli importanti sono stati raggiunti con lo scioglimento dei consigli comunali di Roma nel 2001 e nel 2008, e di Reggio Calabria nel 2012. Il fenomeno da sempre riguarda per lo più i comuni sotto i 3.000 abitanti (circa il 35% del totale), ma dal 2010 al 2014 aumenta la percentuale di città coinvolte con più di 10.000 abitanti, che passano dal 33,1% del periodo precedente al 36,2%.

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L'autore: Beniamino Valeriano

Mi sono laureato in Lettere Moderne all'Università degli Studi di Siena. Ho passato un anno a Madrid, ma poi è iniziata la crisi. Tornato in patria, sono ripartito per il Cile e ho (finalmente) capito di voler vivere e lavorare in Italia. Al momento frequento il master della Business School del Sole24Ore in "Giornalismo economico-politico e informazione multimediale". Sono appassionato di geopolitica, America Latina e musica. Speaker per gioco. twitter: @BenValeriano
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