Sgarbi fa l’impresa a Urbino: batte il Pd e diventa assessore

Pubblicato il 11 Giugno 2014 alle 18:24 Autore: Redazione
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Livorno non è la sola roccaforte di sinistra ad essere stata espugnata dopo più di 60 anni. Infatti, anche Urbino – importante comune delle Marche – ha assistito alla fine del governo rosso. Ma, questa volta, non c’è stato alcun avvicendamento con un (primo) cittadino a 5 Stelle, perché la candidata dem Maricla Muci (43,90%) è stata sconfitta da una lista civica guidata dall’ex Pd Maurizio Gambini (56,10%), esponente di spicco dell’agglomerato dissidenti Fi-Ncd-Udc-Verdi-Articolo9.

Proprio quest’ultima e anonima lista sembrerebbe aver contribuito, in maniera decisiva, alla vittoria finale del centrodestra urbinate. Almeno così ha detto il suo fondatore Vittorio Sgarbi, critico d’arte e politico globetrotter: “L’apporto della mia lista è stato decisivo – ha voluto precisare –, se il Pd non mi avesse escluso alle primarie avrebbe vinto. Si sono messi all’angolo da soli, perché rifiutando me hanno perso anche i Verdi. Mentre Gambini ha capito che ero un elemento innovativo, di stimolo, e mi ha chiesto di entrare nella sua coalizione”.

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In effetti, Sgarbi aveva avanzato, a inizio anno, la sua candidatura alle primarie cittadine del Pd, con l’appoggio dei Verdi. Tuttavia, il polemista televisivo non ha avuto il via libera dei dirigenti democratici (incassando, invece, l’ok dei renziani), che hanno rigettato la sua richiesta inserendo una postilla nel regolamento delle primarie: “Non possono partecipare candidati che sono già stati iscritti ad altri partiti fuori dal perimetro del centrosinistra”.

Fuori Sgarbi, fuori anche i Verdi del vicesindaco uscente Lorenzo Tempesta, che hanno preferito accasarsi con i rivali del centrodestra: “Qui abbiamo fatto un’impresa”, ha esultato il Vittorio nazionale, che ha subito lanciato una provocazione: “Voglio indire un referendum. Il capoluogo di Regione deve passare da Ancona a Urbino. Non c’è dubbio. Ancona è il capoluogo reale e attuale, ma Urbino è il capolugo del sogno”.

Infine, il futuro “assessore alla rivoluzione” ha indossato le vesti del politologo: “I partiti ormai non significano più niente – ha detto –: ad esempio in Renzi c’è molto di Berlusconi. In queste amministrative mi sono candidato a Salemi, da solo, contro centrosinistra e centrodestra. A Lucera in coalizione con il Pd. Mentre qui a Urbino contro. Questo penso basti per chiarire come la penso: il punto sono le proposte”.

 

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