Colombia: l’opposizione continua a dire ‘No’ alla pace

Pubblicato il 22 Novembre 2016 alle 16:38 Autore: Alessandro Faggiano
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Colombia: l’opposizione continua a dire ‘No’ alla pace

Il 2016 sarà ricordato, in Colombia, come l’anno della pace mancata. Una pace attesa da oltre 50 anni ma rigettata – per via di alcuni contenuti dell’accordo – per una manciata di voti. Poco dopo il fallimento del plebiscito indetto dal Presidente Juan Manuel Santos, questi è stato insignito del Nobel per la Pace. Gli sforzi profusi nel conseguimento di un accordo con le FARC sono stati felicemente retribuiti.

Santos e Tymoshenko (quest’ultimo leader delle FARC) non hanno voluto cedere al ritorno alle ostilità. Così, dopo poche settimane, i rappresentanti di governo e i leader delle forze rivoluzionarie hanno siglato un nuovo accordo. Il contenuto del nuovo accordo di pace non differisce più di tanto da quello rigettato ad ottobre. Ci sono modifiche importanti, ma non su temi molto delicati come quello della giustizia transizionale. Per queste ragioni, il leader della opposizione, l’ex-presidente Alvaro Uribe, continua a dire ‘No’ alla pace. Uribe continua a mostrarsi insoddisfatto del nuovo accordo e propende per un atteggiamento belligerante.

Pace Colombia, Uribe: “accordo è stato semplicemente ritoccato. Non c’è stata opportunità di toccare altri temi”

Per l’ex-presidente, non è attraverso un po’ di trucco che si potrà far cambiare idea all’opposizione, guidata dallo stesso Uribe. Questi ha assicurato che dopo “lunghe trattative con il governo” (11 riunioni in una settimana) si è arrivato a un nulla di fatto. Spiega che “non è stato possibile discutere di temi sostanziali”. Afferma che il governo non vuole cambiare la parte dell’accordo che tratta delle “pene dei guerriglieri, il loro inserimento nella vita politica ufficiale del Paese e l’eliminazione del narcotraffico come delitto politico”. È proprio sui primi due temi (una pena ridotta e un ritorno immediato alla vita politica) che è stato costruito l’accordo originario. Santos e Tymoshenko hanno ridiscusso questi temi solo marginalmente.

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Il ‘No’ alla pace proviene dalle zone meno colpite dalla guerriglia

Il gran paradosso di questa tensione tra i fautori della pace e della belligeranza, è rappresentata dalla differenza di intenzioni tra cittadini delle zone rurali e cittadini delle zone urbane. Chi ha votato prevalentemente contro la pace sono i cittadini delle grandi città, come Cali, Bogotá e Medellin. Le grandi città sono state colpite in maniera estremamente marginale dalla guerriglia dell’ultimo mezzo secolo. Al contrario, chi si è espresso come favorevole alla fine del conflitto è proprio quella fetta di popolazione maggiormente colpita dalle FARC. Staremo a vedere come agirà Santos, partendo dal presupposto che tornare al voto – dopo la cocente sconfitta di ottobre – potrebbe rappresentare la fine di qualsiasi tentativo di riappacificazione con le FARC

L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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