Non solo art 18 e voucher, referendum sui subappalti, di cosa parliamo?

Pubblicato il 16 Gennaio 2017 alle 08:30 Autore: Gianni Balduzzi
referendum sui subappalti, immagine di gru

Non solo art 18 e voucher, referendum sui subappalti, di cosa parliamo?

Come sappiamo la Consulta ha bocciato la proposta referendaria relativa alla bocciatura delle ultime leggi sull’articolo 18, quelle che abolivano il reintegro, e che miravano quindi al ritorno alla normativa precedente, non solo, con un taglia e cuci di leggi e riforme (anche quella Fornero del marzo 2012 oltre al Jobs Act) il quesito nei fatti estendeva l’art 18 alle aziende oltre i 5 dipendenti, non più solo oltre i 15. Di qui il motivo della respinta del quesito da parte della Corte Costituzionale.

Rimangono in piedi invece i referendum per l’abolizione dei voucher e dei limiti alla completa solidarietà tra committente e subappaltante.

Tutta l’attenzione è concentrata però sui voucher. Come un nuovo referendum sulle trivelle o sulla riforma costituzionale, anche questo catalizzerà l’attenzione del dibattito politico per mesi.

Di voucher abbiamo parlato, e se ne riparlerà, ma pochissimo si sa e si discute di quello sugli appalti. Di cosa si tratta? Perchè per esempio Landini dice che è ancora più importante di quello sui voucher?

referendum sui subappalti, immagine di gru

Referendum sui subappalti, dalla legge Biagi a quella Fornero, i cambiamenti

La formulazione del quesito come sempre non è particolarmente trasparente nè appassionante:

“Volete voi l’abrogazione dell’art. 29 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, recante “Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30”, comma 2, limitatamente alle parole “Salvo diversa disposizione dei contratti collettivi nazionali sottoscritti da associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente piu’ rappresentative del settore che possono individuare metodi e procedure di controllo e di verifica della regolarita’ complessiva degli appalti,” e alle parole “Il committente imprenditore o datore di lavoro e’ convenuto in giudizio per il pagamento unitamente all’appaltatore e con gli eventuali ulteriori subappaltatori. Il committente imprenditore o datore di lavoro puo’ eccepire, nella prima difesa, il beneficio della preventiva escussione del patrimonio dell’appaltatore medesimo e degli eventuali subappaltatori. In tal caso il giudice accerta la responsabilita’ solidale di tutti gli obbligati, ma l’azione esecutiva puo’ essere intentata nei confronti del committente imprenditore o datore di lavoro solo dopo l’infruttuosa escussione del patrimonio dell’appaltatore e degli eventuali subappaltatori?”

Di fatto cominciamo col dire che forse un po’ a sorpresa la situazione cui i promotori vorrebbero tornare è quella determinata da un governo di centrodestra, quello di Berlusconi, che nel 2003 varò, Roberto Maroni ministro del lavoro, la cosiddetta “Legge Biagi”, in onore del giuslavorista ucciso un anno prima dalle BR.

Questa comprendeva tra le altre misure anche la responsabilità solidale negli appalti, ovvero tra il committente dei lavori e le società cui venivano appaltati o subappaltati, nei casi di inadempienze nei confronti dei lavoratori,

L’obiettivo non era solo una maggiore tutela per i lavoratori, ma anche industriale in un certo senso, ovvero fare selezione tra le imprese, spingere i committenti a scegliere aziende più solide e affidabili e in questo modo, con un meccanismo quasi darwinistico, a migliorare tutto il tessuto industriale, soprattutto nell’edilizia.

Il fatto è che, come spiega il Sole 24 ore, il lavoratore dal 2003 in poi chiamava in causa per una qualche inadempienza (mancato pagamento di stipendi o contributi, per esempio) solo il committente, nonostante fosse assunto dall’appaltatore. Il risultato è che era sempre il committente a risarcire il lavoratore, salvo poi provare a rivalersi sulll’appaltatore o subappaltatore, con cui però nel frattempo i rapporti erano conclusi, e che spesso, soprattutto con la crisi, non esisteva più, in particolare nel mondo dell’edilizia.

Una modifica alla rigida solidarietà totale in tutti i casi stabilita dalla Legge Biagi era stata tentata da Bersani nel 2006, poi fallita, ed è con la riforma Fornero del lavoro nel 2012 che si è giunti a porre delle eccezioni.

Quando vi siano contratti collettivi ora è possibile mettere in atto controlli specifici sulla regolarità degli appalti che di fatto sostituiscono e costituiscono una deroga alla responsabilità solidale.

Inoltre ora il lavoratore ricorrente deve citare in giudizio sempre sia l’aziende committente che il proprio datore di lavoro, ovvero l’appaltatore, e il committente può appellarsi alla preventiva escussione, ovvero chiedere che nel risarcire il dipendente si debba cominciare dai fondi dell’azienda appaltante.

Referendum sui subappalti, le intenzioni della CGIL

Il sindacato della Camusso vorrebbe tornare alla situazione precedente il 2012, ovvero obbligare, anche nei casi in cui è in vigore un CCNL, a una responsabilità solidale totale.

La CGIL si appella al fatto che la deroga approvata nel 2012 presenta delle lacune: non è specificato se il CCNL applicato sia quello del committente o dell’appaltante e non è preciso nel meccanismo di correlazione tra un controllo della validità degli appalti e la deroga alla solidarietà congiunta.

Nel 2013 il decreto Giovannini (governo Letta) aveva ridotto la deroga solo ai profili contributivi, tra l’altro.

Per le grandi aziende responsabili di opere pubbliche forse la seconda deroga è ancora più importante, ovvero la possibilità, detta in soldoni, di far pagare prima la società del datore di lavoro, almeno nei beni di cui dispone, considerando che spesso si tratta di aziendine in via di liquidazione o fallimento.

La CGIL vorrebbe tornare indietro anche su questo aspetto, e il timore è di avere di nuovo infiniti contenziosi che si trascinano e dissanguano le aziende committenti.

referendum sui subappalti, volto della Camusso

Si tratta di argomenti tecnici, ma su una cosa Landini ha ragione, sono più importanti dei voucher perchè dati alla mano coinvolgono molte più persone di quelle che in questo periodo hanno ricevuto anche un solo voucher come pagamento. E con la prospettiva di una ripartenza dell’edilizia dopo anni di crisi il tema degli appalti tornerà in primo piano.

 

L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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