Giorgia Meloni: al voto subito per “Italia Sovrana”

Pubblicato il 30 Gennaio 2017 alle 15:46 Autore: Camilla Ferrandi
giorgia meloni

Giorgia Meloni: al voto subito per “Italia Sovrana”

Italia Sovrana”, quale titolo più eloquente. Sabato pomeriggio le anime più radicali della destra istituzionalizzata italiana hanno sfilato insieme in via del Tritone, a Roma, per poi confluire nella piccola piazza San Silvestro. La manifestazione è stata organizzata da Fratelli d’Italia, con l’aiuto della Lega Nord e l’“appoggio esterno” di Forza Italia. Tra i protagonisti #Giorgia Meloni, presidente di Fd’I, seguita dal leader Lega #Matteo Salvini, e numerosi altri volti noti del panorama destrorso italiano: il governatore della Liguria Giovanni Toti, la deputata Daniela Santanchè e il deputato Ignazio La Russa. Il palco ha ospitato anche il deputato FI Renato Brunetta, poco applaudito e molto fischiato, tanto che è stato necessario l’intervento della padrona di casa Meloni per introdurlo e farlo parlare davanti al pubblico.

Giorgia Meloni: ricompattare destra e centrodestra

Ma torniamo all’eloquenza del titolo. In quelle due parole è racchiuso tutto il pensiero di questa nuova destra che, nel tentativo di ricompattarsi in vista delle elezioni politiche, detta le linee del suo programma. “Italia Sovrana” richiama immediatamente l’appello al “popolo sovrano” tanto caro ai populisti e cardine fondamentale da cui parte lo studio accademico del fenomeno. Nel dibattito scientifico sul populismo, nella difficoltà e ambiguità della sua definizione, regna una certezza: il populismo è, anzitutto, un appello al popolo quale fonte di sovranità politica al di sopra di ogni rappresentanza, spiega Loris Zanatta, uno dei massimi studiosi del populismo in Italia.

Quindi, partendo da quest’idea, il populismo ripudierà tutto ciò che scalfisce o si oppone al concetto di “popolo sovrano”, forte anche della sua visione totalmente manichea: l’immigrazione (gli stranieri), che porta con sé anche un’altra idea di popolo, il popolo come etnia, e l’establishment, nazionale ed europeo.

Dunque la classe dirigente italiana e Bruxelles, da cui dipende la moneta unica europea, uno dei “peggiori mali” da cui curarsi a detta dei populisti italiani (e non solo italiani). Infine, le sovrastrutture economiche, “la finanza globalizzata” dice la Meloni. Il tutto a corredo della principale richiesta della piazza, richiesta che ha nuovamente nella sovranità la sua forza propulsiva: subito al voto.

Giorgia Meloni: le linee programmatiche

Questi elementi si intrecciano indissolubilmente in tutti gli interventi dei big sul palco. “Vogliamo andare a votare con una proposta politica che dica prima l’Italia e prima gli italiani” spiega la leader di Fratelli d’Italia. “Noi non vogliamo essere una colonia. La sfida è tra le oligarchie e il pensiero unico e il popolo e la sovranità dall’altra. Noi siamo il ‘piccolo e basso’ ma no perché io sono un metro e cinquantotto, ma perché noi siamo con i mercati rionali e non con quelli finanziari della sinistra radical chic – continua la Meloni – . L’euro è stato una catastrofe per l’Italia. Non è un punto di vista, ma un dato oggettivo. E non poteva essere diversamente. E non poteva essere diversamente perché non abbiamo mai adottato una moneta unica ma il Marco tedesco, e infatti l’unica a essersi arricchita è la Germania, a spese nostre. Bisogna avere il coraggio di dirci che ce ne vogliamo liberare. Vogliamo lo scioglimento concordato dalla zona Euro, vogliamo tornare padroni a casa nostra. Non siamo nemici dell’Europa. I nemici dell’Europa sono gli usurai che la governano”.

Ed ecco spiegata la benevolenza nei confronti del neo eletto presidente Usa Trump e del presidente russo Putin. “Buon lavoro al presidente Trump e a Putin, averne a palazzo Chigi di Trump e Putin – sottolinea Salvini -. Quello che dice Trump lo faremo noi quando andiamo al governo, a casa nostra solo se invitati”.

Dall’altro lato, la Meloni incalza: “Il nostro interesse nazionale è stringere rapporti con la Russia per combattere insieme il fondamentalismo islamico, che è il vero nemico di questo tempo. L’invasione degli immigrati è pianificata e voluta, la solidarietà non c’entra niente, è manodopera a basso costo per il capitalismo italiano. Altro che solidarietà, non consentiremo che si vada avanti così”. Tutti convinti sulla necessità della nascita di un’entità politica che riunisca il destra e centro destra, unica via per una possibile vittoria.

Ma subito arriva il monito di Salvini a Berlusconi e Forza Italia in generale: “La Lega è in piazza non per partecipare ma per vincere. Vincere anche con il centrodestra. Nessuno chiude le porte in faccia a nessuno – prosegue il leader leghista – ma chi ha tradito non va più messo in lista neanche se arriva Padre Pio: Alfano, Cicchitto, Verdini e Casini devono andare a casa. Porte aperte per una coalizione ampia, ma con un programma preciso che dica: prima gli italiani”.

Giorgia Meloni: tra obbligo di leva e prostituzione legale

Durante il comizio, sono state lanciate e rilanciate anche altre idee programmatiche: la reintroduzione della leva obbligatoria e la creazione di eserciti regionali; “la legalizzazione, la regolamentazione e la tassazione della prostituzione”. Entrambe lanciate da Salvini, la prima non ha avuto il plauso che il leghista si aspettava. La seconda, invece, è stata accolta con positività unanime dalla piazza. D’altra parte, continua Salvini, “è un lavoro come un altro” e “così accade in tutti i paesi civili”. E a proposito di civiltà, la Meloni attacca le politiche varate dal governo rivolte a chi non rientra negli schemi dettati dall’eterosessualità: “Se questa è la modernità noi vogliamo restare nell’antichità”. 

L'autore: Camilla Ferrandi

Nata nel 1989 a Grosseto. Laureata magistrale in Scienze della Politica e dei Processi Decisionali presso la Cesare Alfieri di Firenze e con un Master in Istituzioni Parlamentari per consulenti d'assemblea conseguito a La Sapienza. Appassionata di politica interna, collaboro con Termometro Politico dal 2016.
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