Movimento 5 Stelle: quante bugie nei 91 “successi” di Virginia Raggi

Pubblicato il 8 Febbraio 2017 alle 18:15 Autore: Andrea Balossino
movimento 5 stelle, beppe grillo

Movimento 5 Stelle: quante bugie nei 91 “successi” di Virginia Raggi

Prosegue la guerra tra media e il #Movimento 5 Stelle, con i grillini che vanno al contrattacco per alleggerire la pressione attorno a #Virginia Raggi, ormai stabilmente protagonista in negativo delle prime pagine nazionali. La mobilitazione della propaganda del Movimento sta producendo il massimo sforzo: lunedì #Grillo ha pubblicato i 43 (poi cresciuti fino a 91) presunti “successi” della giunta romana ottenuti in questi pochi e difficili mesi di governo, #Di Maio ha segnalato all’ordine dei giornalisti i cronisti accusati di diffamare il Movimento e questa sera è prevista una doppia apparizione tv dello stesso Di Maio e dell’altro alfiere pentastellato #Di Battista.

Movimento 5 Stelle: quante bugie nei 91 “successi” di Virginia Raggi

In particolare i 91 “successi” della giunta capitolina cominciano a mostrare un accenno di quella che si potrebbe definire la “narrazione” del Movimento. Negli ultimi mesi del suo Governo, molte delle accuse verso Renzi muovevano proprio da un’analisi della distanza tra la “narrazione” del leader democratico e la realtà del Paese, alimentando la fama dell’ex Presidente del Consiglio di bugiardo matricolato. Alla prova dei fatti, partendo proprio dai “successi”, non sembra che il Movimento 5 Stelle sia molto diverso dal suo principale avversario.

La “narrazione” grillina dei 91 “successi” infatti, trasforma e mistifica secondo le abitudini proprie della mala politica degli ultimi anni, attribuendo a Raggi tutta una serie di provvedimenti della giunta Marino e della gestione commissariale Tronca. Dai 430 milioni stanziati per il trasporto pubblico (è il costo del contratto di servizio Atac siglato nel settembre 2015), fino alle tariffe della raccolta rifiuti (anch’essa approvata dall’Assemblea capitolina nel 2015) o i 150 bus Urbanway, il documento pubblicato da Grillo è pieno di queste attribuzioni di iniziative altrui.

Quello che rende stupefacente l’operazione è il fatto che alcuni provvedimenti oggi sbandierati come incredibili successi del Movimento, siano stati ai tempi avversati pubblicamente dai grillini che hanno votato sempre contro. Un esempio su tutti proprio le tariffe per la raccolta dei rifiuti, decise nell’affidamento del servizio ad Ama nel settembre 2015, con la ferma opposizione e il voto contrario proprio del Movimento. Oggi miracolosamente diventano un segno inequivocabile della rivoluzione pentastellata, un “successo” di Virginia Raggi.

Non bastano le false attribuzioni e le bugie: i 91 punti sono infarciti di provvedimenti di scarsissimo valore (punto 16: nuova corsia preferenziale in via Emanuele Filiberto) o di ordinaria amministrazione (piano raccolta foglie, lotta all’abusivismo), che non meriterebbero la prima pagina nemmeno sui giornali locali e in nessun universo possono essere considerati “successi” di un’amministrazione pubblica (a meno di non avere la più pallida idea di cosa significhi amministrare). Oltre a questi mirabolanti provvedimenti si ricordano anche, con scarsissima onestà intellettuale, i 18 milioni messi a bilancio per la riqualificazione delle periferie, denaro proveniente dal “Bando Periferie 2016” del Governo Renzi (ma il merito non è certo il suo, ovviamente!).

Per portare i “successi” dai 43 della prima versione ai 91 odierni, l’elenco è stato poi arricchito con altre amenità: pulizia delle sponde del Tevere, la sostituzione di binari della metro per usura, le iniziative del Giorno della Memoria, l’adesione alla Adaptation Conference C40 sui cambiamenti climatici di Dubai, i provvedimenti per il benessere degli animali, il no alle Olimpiadi, etc. Un elenco di rara e infinita tristezza che rende palese la paralisi amministrativa nella quale versa il Comune di Roma e ottiene l’effetto opposto rispetto ad uno dei suoi obiettivi, e cioè dimostrare che l’amministrazione non sia veramente bloccata dagli errori del suo Sindaco. I pochi reali successi, per la maggior parte, non sono in alcun modo attribuibili alla rivoluzione a 5 stelle ma si tratta di provvedimenti della giunta Marino che, come spesso accade nei cambi di amministrazione (specie quando avvengono prima della naturale scadenza), solo ora cominciano a produrre effetti positivi.

La cosa preoccupante, ancora una volta, è però la reazione totalmente acritica della base 5 stelle che ha condiviso le “91 tesi” grilline senza battere ciglio. Difficile che qualcuno di loro le abbia effettivamente lette (il numero elevato astutamente non invoglia certo la lettura) e in ogni caso, sembra che nessuno abbia notato le sempiterne incongruenze, le bugie, omissioni, mezze verità contenute nell’elenco. Il fatto è che l’obiettivo della propaganda 5 Stelle è sempre prima di tutto autoreferenziale e tesa a compattare il proprio elettorato. Deve passare il messaggio che ciò che scrivono i giornali sull’amministrazione Raggi sia profondamente falso, delle fake news inventate dai “poteri forti” offesi per il No alle Olimpiadi. Curioso davvero che un’operazione “verità” possa essere condotta, con evidente successo stando ai sondaggi, utilizzando un simile mucchio raffazzonato di balle, ma questa è l’era degli “alternative facts” e il Movimento sembra starci davvero bene.