Grillo, la benzina e il populismo

Pubblicato il 23 Marzo 2012 alle 14:04 Autore: Matteo Patané
grillo la benzina e il populismo

Eppure l’attuale periodo mostra, e senza nemmeno arrivare ai prezzi indicati dal comico genovese, quanto questa strada sia in realtà impercorribile e al contrario quanto invece stia danneggiando l’economia del Paese.
È da rimarcare il fatto che Grillo non stia a sindacare su quale debba essere l’origine dell’aumento; potrebbe sembrare un dettaglio, ma in realtà si tratta di un aspetto importante, poiché esclude un reimpiego di eventuali accise sul tema. La strada virtuosa del rinnovamento del parco auto e della ricerca su auto a minori consumi, in sostanza, secondo Grillo non dovrebbe essere necessariamente finanziata dal maggior costo del carburante. L’attuale situazione, in sostanza, ricade nello scenario descritto dal comico genovese, e la mancanza di interventi statali sul trasporto pubblico non deve essere presa come scusa per differenziare l’ipotesi di Grillo da quanto sta realmente accadendo.
L’errore fondamentale di Grillo, in ultima analisi, è stato sottovalutare l’entità della crisi e dimenticare quel fenomeno di inerzia che sempre si verifica ogni qual volta la popolazione deve affrontare dei mutamenti – anche se in meglio – dello status quo. Il rapido incremento dei carburanti si è infatti accompagnato a risultati disastrosi per l’industria automobilistica, anziché spingere verso l’acquisto di auto meno inquinanti e meno dispendiose: in un’economia già provata dalla crisi, non restano risorse sufficienti ad affrontare investimenti di questo genere, si punta al risparmio immediato – o alla rinuncia di determinate spese – pur se si trtta di una scelta meno conveniente a lungo termine.
Se negli anni ’90 questa evoluzione dell’economia nazionale poteva anche essere imprevista, ribadire il concetto nel 2010 è stato sicuramente esempio di miopia e, in ultima analisi, della ricerca di soluzioni di impatto mediatico ma di scarsa applicabilità. Secondo la definizione di Grillo stesso, puro populismo.

Dare valore politico alle parole di Beppe Grillo significa ogni volta muoversi su un percorso insidioso, a causa della molteplicità di ruoli che questi ricopre. Malgrado presenti sé stesso come un normale cittadino ed un comico, tuttavia, il suo ruolo ed il suo potere all’interno del MoVimento sono tali da obbligare ad una valutazione politica delle sue proposte e delle sue provocazioni.
Le parole di Grillo non possono essere equiparabili a quelle di Maurizio Crozza o di Luciana Littizzetto; Grillo ad oggi si comporta a tutti gli effetti come un leader di partito, che può disporre a proprio piacimento del simbolo del MoVimento 5 Stelle e ha piena di “scomunicare” i membri del partito cortocircuitando la base.
Malgrado tanto il comico genovese quanto il MoVimento 5 Stelle cerchino ciascuno di dichiararsi esterno e indipendentemente dall’altro, la realtà è che oggi Beppe Grillo è un leader politico.
E su tale base ha il diritto e il dovere che siano considerate le sue parole.

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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