Sempre pochi matrimoni, sempre meno in Chiesa

Pubblicato il 10 Luglio 2014 alle 14:31 Autore: Gianni Balduzzi

Finalmente disponibili i dati sul 2013 dei matrimoni in Italia, compresa la scelta di dove celebrarli, il trend vede un leggerissimo recupero di 2 mila unità nei matrimoni rispetto al 2012 mentre prosegue il calo della scelta del matrimonio religioso. Vediamo

L’indice di nuzialità, ovvero il numero di matrimonio per 1000 abitanti, era in calo da decenni, e si era passati, come si vede nella seguente infografica, da quasi 5 a 3,4 matrimoni per mille abitanti. L’anno scorso si è risaliti a 3,5.

nuz

Vedremo se si tratta di una vera e propria inversione di tendenza o di un fuoco di paglia. Decisamente importante sarà osservare i dati dei matrimoni con e tra stranieri, quanti sono primi matrimoni, e i dati delle regioni.

A proposito di regioni, vediamo che permane una netta differenza tra Nord e Sud, con quest’ultimo, e in particolare Calabria, Sicilia e Campania, in testa per i matrimoni celebrati, con valori di 4,1, contro i 2,7 dell’Emilia Romagna. Il colore più scuro corrisponde a una nuzialità maggiore.

E’ interessante cercare delle correlazioni con altri fenomeni, vediamo prima di tutto che la nuzialità è negativamente correlata con la presenza di immigrati, che sono di più proprio in Lombardia ed Emilia Romagna, laddove meno ci si sposa. Evidentemente le seconde generazioni di stranieri sono molto allineate ai comportamenti dei coetanei italiani, come è facile immaginare, nell’abitudine a sposarsi poco.

Non vi è neanche una correlazione con la presenza o meno di giovani, in quanto in Campania e Sicilia certo i tassi demografici sul numero di giovani sul totale della popolazione sono alti, ma in Calabria certamente no, eppure i tassi di nuzialità sono ugualmente alti. Un discorso del genere potrebbe valere per l’Umbria, ma in realtà in Lombardia ed Emilia Romagna, per l’immigrazione interna ed esterna, i giovani non sono meno che altrove, certo non meno che in Liguria, dove la nuzialità è però maggiore.

Una correlazione abbastanza forte si può trovare con la scelta del matrimonio religioso. In effetti pare, come vedremo che si scelga di sposarsi di più dove ci si sposa in Chiesa. Lo stesso tasso di tradizionalismo che porta a sposarsi in chiesa probabilmente è anche quello che induce a scegliere di sposarsi tout court

Vediamo la mappa della scelta del matrimonio religioso in Italia, dove anche in questo caso il colore più scuro corrisponde a una maggiore nuzialità:

Le differenze sono ampie, si va dal 40% di matrimoni religiosi in Toscana al 82% in Basilicata. Sono differenze anche maggiori di quelle che si trovano con il tasso di nuzialità. Certamente la secolarizzazione è stata più intensa l Nord in questi anni, compreso il “bianco” Veneto dove ormai meno della metà degli sposi sceglie la chiesa, ma, qui sì, c’entra l’immigrazione, è più difficile sposarsi in chiesa se uno degli sposi è di religione diversa, e i matrimoni misti sono certamente in aumento. E certo è impossibile se si è al secondo matrimonio, e i tassi di divorzio vedono un divario ancora maggiore tra Nord e Sud.

Come si vede dalla seguente infografica il bilancio a favore del matrimonio civile è ormai un trend consolidato da diversi anni:

matrimonio religioso

Maggiori dati spaccati per tipologia di matrimonio ci diranno di più, ma soprattutto ci diranno di più i prossimi anni di uscita dalla crisi, e di papato di Francesco per verificare se anche per questo trend vi è sarà una inversione di tendenza o una conferma.

L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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