Napolitano: “Europa parli anche di crisi a suoi confini”

Pubblicato il 12 Luglio 2014 alle 10:10 Autore: Carmela Adinolfi
deposizione napolitano

Quello che ha appena avuto inizio sotto la presidenza italiana non potrà essere un semestre “solo di affari interni della Ue ma anche di forti impulsi europei per una prospettiva di stabilizzazione e pacificazione a Est e Sud dell’ Europa”. Disegna la rotta della politica estera comunitaria dell’Ue il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. In un’intervista a La Stampa, il capo dello Stato rivela le forti preoccupazioni che vecchi e nuovi focolai di guerra, soprattutto nel mediterraneo, rivestono non solo per i paesi interessati daqi conflitti ma anche l’intera comunità europea. Non basta più, spiega Napolitano, “una strategia di contenimento della Russia” a Est, che riporta indietro, agli anni di una “guerra fredda che non esiste più”.  Impossibile, continua il Quirinale, non essere preoccupati dal lancio di missili su Israele e per  una possibile nuova “invasione della Striscia di Gaza che costituirebbe una escalation dalle conseguenze imprevedibili”.

“In questi lunghi anni di crisi finanziaria ed economica – denuncia Napolitano – la dimensione della politica estera e di sicurezza comune europea è purtroppo rimasta drammaticamente sacrificata“. L’agenda politica e mediatica, prosegue nella lunga intervista il capo dello Stato, concede spazio soltanto a temi di stretta attualità interna, dilungandosi sulle vicende di casa nostra, sull’economia e gli impasse legislativi, senza dare ragione di conflitti e tensioni spesso appena fuori l’uscio di casa. “E’ importante – ribadisce il presidente Napolitano – dare maggiore consapevolezza all’opinione pubblica italiana dei dilemmi e dei rischi che toccano anche il nostro Paese e favorire il massimo di convergenza politica su questo terreno”.

quirinale

L’incapacità di affrontare tensioni e conflitti ancora tristemente irrisolti, è convinto il Quirinale, ha origini lontane: “La verità è che la comunità internazionale, dal dopo l’11 settembre 2001, non è riuscita ad affrontare e ad avviare a soluzione con mezzi politico-diplomatici nessuna crisi e non è riuscita a disinnescare nessuna sfida”, sentenzia Napolitano, il quale è convinto che solo un’azione congiunta dei 24 stati membri possa davvero garantire all’Europa una situazione di pace e di stabilità diplomatica. È per questo che il Capo dello Stato ritiene necessario l’intervento anche sui flussi migratori: “Le sfide che vengono dal Mediterraneo e che trovano la loro espressione drammatica nel massiccio flusso di migranti e di richiedenti asilo verso l’Italia e l’Europa devono avere un posto di rilievo accanto ai problemi e agli assilli provenienti da altri punti cardinali e non è necessario che io insista sull’acutezza che presenta la persistente instabilità e fragilità della situazione in Libia”, spiega il Quirinale. Situazione, quella libica “che vede l’Italia – e deve vedere tutta l’Europa – impegnata in un tenace sforzo di institution building e di governabilità”, conclude il Presidente.

Carmela Adinolfi

L'autore: Carmela Adinolfi

Classe '89. Una laurea triennale in comunicazione e una specializzazione in Semiotica all'Alma Mater Studiorum. Da Salerno a Perugia, passando per Bologna. Esperta in comunicazione politica, ha approfondito l'ascesa al potere di Matteo Renzi. Interessi: dal marketing alla comunicazione politica fino alle nuove forme di giornalismo digitale. Scrive per Termometro Politico e si allena per diventare giornalista.
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