Speciale social network: un dialogo sul liberalismo con l’Individualista feroce

Pubblicato il 25 Gennaio 2018 alle 12:08 Autore: Alessandro Faggiano
individualista feroce speciale social network liberalismo

Speciale social network: intervista all’Individualista feroce. Un dialogo sul liberalismo

Al giorno d’oggi, è davvero difficile trovare sostenitori convinti, “feroci”, del liberalismo. Il modello economico del neoliberismo  è in crisi – almeno di legittimità, di favore, all’interno della popolazione – e ciò si riflette negativamente sull’opinione dell’ideologia liberale.

Con noi, oggi, ci sono dei grandi sostenitori del liberalismo. Per lo speciale social network, dialoghiamo con gli admin della pagina L’Individualista Feroce. La pagina fa riferimento a un’associazione culturale liberale torinese.

Dialogo sul liberalismo: il confronto con gli individualisti feroci

Siete probabilmente una delle poche pagine che vanno in controtendenza – almeno nella rete – e che elogiano apertamente il liberalismo. Che risposta vi aspettavate dal popolo del web?
La reazione del web è stata esattamente come ci aspettavamo: arriva con lentezza, ma conferisce enormi soddisfazioni. L’obiettivo che ci siamo prefissati è quello di diffondere il liberalismo ad ogni tipo di Individuo, indipendentemente dal suo ceto sociale. Sappiamo che del liberalismo si parla poco e male, ma noi siamo qui per questo. Per diffonderlo, farlo conoscere e metterlo in discussione rispetto alle altre idee politiche, nella speranza che anche chi negli anni è cresciuto vedendo nel collettivismo e nel socialismo l’unica via, possa prendere in considerazione una svolta liberale.
Che testi consigliereste – oltre al gran classico “La via della schiavitù” di Von Hayek – per approfondire lo studio dell’ideologia liberale?
Partendo dalle basi, è assolutamente necessario leggere i testi di John Locke, soprattutto “Due trattati sul governo”, e Immanuel Kant. In seguito, Sulla Libertà di Mill, La ricchezza delle nazioni di Adam Smith, Democrazia in America di Tocqueville. Fra i liberali più vicini al nostro filone, possiamo trovare Ludwig Von Mises, che fu il maestro di Hayek; di quest’ultimo consigliamo moltissimo Liberalismo, un compendio di cosa sia veramente questa fantastica filosofia della Libertà. L’oppio degli Intellettuali di Aron, Liberi di Scegliere del nobel Milton Friedman, La fine della storia e l’ultimo uomo di Fukuyama. Passando agli italiani, non possiamo affatto non nominare Il Buongoverno di Luigi Einaudi, che fu il secondo Presidente della Repubblica Italiana, lo Straborghese di Ricossa ed i più moderni Antonio Martino, Nicola Porro, Lorenzo Infantino, Corrado Ocone. E non li abbiamo nominati neanche tutti, i più belli!
Quale partito italiano riflette maggiormente la vostra visione liberale? E, domanda ovvia: a quale corrente del liberalismo vi rifate? Per quanto riguarda il modello economico, sembra che vi avviciniate molto al neoliberismo.
Ci ispiriamo ai valori del liberalismo classico, che in politica si riflette nello Stato Minimo (che si impegni per garantire giustizia, sicurezza e la massima realizzazione del cittadino); Essendo un’associazione apartitica, non prendiamo una posizione precisa e -anzi- ci capita spesso di avere accesi dibattiti sulla situazione politica attuale.
Altro che neoliberisti, noi siamo per la concorrenza e non per gli oligopoli, siamo per la vera libertà dell’Individuo e non per i “grandi capitali” multinazionali.
Spieghereste ai nostri lettori il concetto di libertà e il concetto di uguaglianza secondo l’ideologia liberale?
Libertà è muoversi all’interno di quel confine per cui non si tocca la libertà altrui, è la libertà di scegliere da sé cos’è il proprio bene (una libertà che lo Stato tende a non considerare).
L’uguaglianza a cui ci riferiamo non è quella che vuole rendere tutti uguali e “azzoppa” chi sta meglio. L’uguaglianza è quella di partenza e non quella di arrivo: dare la possibilità a tutti di realizzarsi individualmente e ottenere i propri meriti. Poi ognuno usufruirà nel modo che ritiene più opportuno dei suoi mezzi… liberamente.
Per potersi esprimere con una tale fermezza – l’attributo di “feroce” individualista lo prova – significa che avete letto e analizzato la teoria marxista e post-marxista. Quali sono, per voi, gli elementi carenti della dottrina socialista? Fermo restando che, dal punto di vista teorico, la sinistra si è espressa attraverso una pluralità di voci, spesso discordanti tra loro.
L’approccio socialista tende ad avere un approccio classista e conflittuale della società. Esistono dei cattivi che vanno puniti, esistono delle vittime da aiutare.
Loro individuano il cattivo in colui che tramite l’ingegno e le capacità diventa ricco, anziché in colui che possiede colpe. E non discriminano chi lo fa onestamente da chi è disonesto.  Riesce a immaginare una maestra delle elementari che punisce un bambino perché è stato più bravo degli altri, senza che abbia copiato?
Come conciliare libertà e disuguaglianza di partenza? È possibile inquadrarlo negli obiettivi del liberalismo?
La disuguaglianza di partenza non deve esserci, è questo il primo passo verso la libertà. Se parliamo di economia, la disuguaglianza economica si appiana con l’accesso al credito, ovvero la possibilità per ogni cittadino di ottenere del denaro a prestito per farsi strada nella società e cercare il merito.
La lotta indiscriminata alla disuguaglianza ha solo provocato ingenti danni, inserendo la mano dello Stato in ogni ambito della nostra vita e limitando ogni genere di libertà.
Qual è la maggior critica che vi sentireste di muovere alla pratica economica liberale?
Una critica potrebbe essere la scarsa abilità comunicativa. Se si riuscisse a far capire che, a fronte di maggiori libertà, ci sarebbe una maggiore distribuzione della ricchezza secondo i criteri di merito, difficilmente il liberalismo riceverebbe così tante critiche. Oltretutto, molto spesso si confonde il nostro Stato Minimo con uno Stato Assente, invece è tutto il contrario: occupandosi di poche cose, sarà molto più efficiente ed efficace e -finalmente- saremo liberi dalla sua opprimente “protezione”.
Quali sono i vostri principali ispiratori, in termini di politica economica? Ovvero, quali sono gli Stati che più (e meno) si avvicinano, o allontanano, dalla vostra idea politica? Per ende: indicateci Tanto un modello di riferimento (tendente alla massima realizzazione del liberalismo), come la
sua antitesi (un sistema economico che impedisce la realizzazione dei precetti liberali).
Gli USA sono un buon riferimento, ma hanno anche loro degli evidenti difetti. Però, la stragrande maggioranza dei suoi cittadini sostiene che il “sogno americano” si possa realizzare tramite il merito nel loro sistema economico. Da noi chi lo penserebbe mai? Anche i paesi scandinavi, da quando hanno ritrattato il socialismo con un’Economia Sociale di Mercato, sono molto più vicini alla nostra visione di quanto si creda. L’URSS, Venezuela, Cuba, Cina hanno applicato – o ancora oggi lo fanno- politiche avvilenti per l’Individuo negando i suoi diritti fondamentali.
Sul piano ideale il nostro Stato è una Demarchia (Hayekiana) e la nostra antitesi è lo Stato Etico Hegeliano.

SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU FACEBOOK E TWITTER

PER RIMANERE AGGIORNATO ISCRIVITI AL FORUM

Per commentare su questo argomento clicca qui!

L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
Tutti gli articoli di Alessandro Faggiano →