Bitcoin, BlockChain e Bankera: uno sguardo panoramico

Pubblicato il 23 Febbraio 2018 alle 07:00 Autore: Francesco Somma
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Bitcoin, BlockChain e Bankera: uno sguardo panoramico

Sono stati pochissimi a credere nel progetto Bitcoin fin dalla sua nascita nel 2009, pochi sono stati quelli che si sono ricreduti più avanti. Molti si sono interessati al tema delle monete digitali e al loro valore speculativo, quasi tutti hanno sentito, almeno una volta, nell’ultimo periodo, il termine criptovaluta. La condivisione è un potente mezzo di comunicazione e informazione ma non sempre riesce a dare un quadro chiaro.

Attraverso un più complesso meccanismo di passaparola tutto il mondo è venuto a conoscenza delle monete digitali. La platea si è divisa in scettici e ottimisti, i primi hanno analizzato il fenomeno cercando di capire quale potesse essere la sua portata, i secondi hanno colto la palla al balzo convinti dal suo potenziale. In questo trambusto sono uscite posizioni più o meno nette, qua e la, sono state generate centinaia di nuove criptomonete e di nuovi progetti (ICO), ci sono stati paesi che si sono espressi a sfavore del fenomeno, altri hanno cercato di ricavarne un utile.

Sarebbe riduttivo parlare di tutto questo in un solo articolo, cercheremo tuttavia di fare delle considerazioni sull’intero excursus visto fin qui e di portare a conoscenza dei lettori quello che potrebbe costituire la vera innovazione nel panorama delle transazioni.

Tra scetticismo e ottimismo: le due posizioni a confronto che sono cambiate nel tempo

All’inizio la quasi totalità delle persone pensava a Bitcoin come ad una situazione temporanea. Col tempo questa convinzione è divenuta sempre meno certa. La criptovaluta ha raggiunto livelli altissimi, fino a toccare quota 19mila dollari. E pensare che solo pochi anni fa, una signora era riuscita ad acquistare due margherite per 10mila Bitcoin. Detto così questo farebbe pensare che l’esperienza delle criptovalute è senz’altro rivoluzionaria e positiva.

Purtroppo non è la verità o almeno non tutta la verità. Molti dei progetti (ICO) creati in questi mesi, si sono rivelati profondamente speculativi e senza uno scopo ben preciso. Un ampio valore dato a queste monete digitali viene attribuito indirettamente dagli utenti stessi che le commerciano attraverso i siti di exchange.

Un meccanismo basato in gran parte sulle regole di domanda e offerta. Con l’allargarsi del processo a macchia d’olio, un numero sempre crescente di economisti, esponenti di banche e veri e propri Stati hanno condannato la nuova moda delle criptomonete, giudicandola speculativa, priva di senso e vicina a fine certa. Per dovere di cronaca si deve anche dire che molti degli addetti ai lavori si sono fiondati in uno studio approfondito del fenomeno.

Bitcoin, BlockChain e Bankera: Chi si e chi no, i paesi a favore e contro

È soprattutto merito delle azioni concrete di alcuni stati e delle semplici dichiarazioni di altri che la febbre per le criptomonete si è placata nell’ultimo periodo. Si parla spesso e volentieri di bolla speculativa per giustificare i valori in crescita delle monete digitali. Per alcuni forse sarà storia antica ma quella degli anni 90′ della bolla dotcom sono fatti non molto recenti. Comunque tra i paesi che hanno dichiarati illegali gli ICO c’è la Cina paese leader invece nell’ambito Bitcoin.

Giappone e Sud Corea invece hanno la maggiore concentrazione di criptovalute, la maggior parte degli scambi tra l’altro non avviene per attività limpidissime. D’altronde lo stesso Bitcoin non si è sviluppato solamente per la sua non tracciabilità ma anche per il suo largo utilizzo sul Deep Web o Dark Web dove si svolgono numerose attività illecite. Anche la Russia ha dichiarato le ICO non legali, compreso il Bitcoin.

Più favorevoli sono stati gli Stati Uniti e l’Unione Europea anche se alcuni stati europei nell’ultimo periodo si sono posti molte domande sull’avanzamento del fenomeno e sulle sue possibili conseguenze. È di pochi giorni fa inoltre la notizia che il Venezuela, paese nel quale si sta vivendo una profonda crisi economica in cui mancano molti beni di prima necessità, ha lanciato una criptovaluta chiamata Petro.

Il Venezuela ha avuto un tasso di inflazione dell’800% che solo di recente si è ridotto, per così dire, al 741%. Un Petro sarà l’equivalente di un barile di greggio, l’operazione è stata realizzata per aggirare le sanzioni internazionali. Un chiaro tentativo quello di Caracas per coprire l’ingente debito pubblico.

BlockChain può essere la vera rivelazione?

Il paragone con Internet è stato azzardato di frequente. BlockChain a dire di molti potrebbe essere la vera rivoluzione nel panorama delle transazioni.

Perché?

In breve cercheremo di spiegare cos’è Blockchain, a cosa serve e come funziona.

BlockChain significa letteralmente Catena di Blocchi. Questa Catena di Blocchi, in crescita continua è resa sicura dalla crittografia. Ogni blocco contiene, tecnicamente, un puntatore Hash (dati che rappresentano la posizione del programma come elementi, oggetti ecc…), collegato al blocco precedente, un timestamp (una marca temporale che rappresenta una serie di caratteri che certificano un orario e una data in cui è avvenuto un fatto) e i dati della transazione. BlockChain è sostanzialmente un registro pubblico e aperto che gestisce in modo sicuro una transazione tra due parti. Per compiere tutto questo il sistema si serve di una rete peer-to-peer, il quale si collega ad un protocollo per la convalida dei blocchi.

Dopo la registrazione dei blocchi, non può avvenire una alterazione senza alterare tutti i blocchi precedenti, operazione che richiederebbe il consenso dell’intera rete. La prima catena di blocchi fu ideata da Satoshi Nakamoto nel 2008 e fu implementato come sistema fondamentale della valuta Bitcoin. In questo contesto la catena di blocchi funge da libro contabile o libro mastro per tutte le transazioni.

Come avvengono gli Exchange, cosa sono i wallet

Per acquistare criptomonete e per scambiarle con altre al variare del loro valore si devono necessariamente adoperare dei wallet. Esistono vari tipi di wallet, come esistono vari siti di exchange. I wallet possono essere online, tra i più famosi abbiamo Coinbase e Spectrocoin (non tutti supportano la totalità delle monete digitali), da Desktop, oppure privati. Esistono infatti alcuni hardware che fungono da portafogli. Abbiamo citato Spectrocoin perché nel corso dell’articolo spiegheremo come questa piattaforma sta supportando un progetto direttamente collegato a BlockChain. Una ICO che però non riguarda una cryptocurrency.

Bankera: cos’è, come funziona e perché è diverso dagli altri ICO

Il progetto Bankera ha come ambizione quella di creare una banca digitale basata sulla tecnologica BlockChain. Non molto differente da una banca tradizionale, Bankera punta su quattro tipi diversi di servizi: pagamenti, prestiti, depositi e investimenti. L’intera ICO è sotto la gestione del sito di exchange Spectrocoin.

Gli sviluppatori di Bankera si sono prefissati degli obiettivi i quali vengono perseguiti per tappe. È stata così sviluppata una roadmap. La roadmap comprende la realizzazione di un sistema informatico, già realizzato, necessario all’elaborazione dei pagamenti e al rilascio di IBAN e/o carte di pagamento personali. Il 10% dei tokens sono stati distribuiti per determinare il prezzo dell’ICO. Sono stati venduti 2,5 miliardi di token per un totale di 25 milioni di euro. È stato altresì realizzato il pieno supporto ai trasferimenti P2P.

ICO Blockchain, conto alla rovescia

Manca tra le tappe, la fine dell’ICO, la quale terminerà tra 7 giorni e che verrà seguita anche da noi attraverso i nostri pezzi. In seguito verrà lanciato l’exchange di bankera nella prima parte del 2018 mentre nel 2019 verrà ottenuta una licenza di Banca privata, già acquistata tra l’altro dagli sviluppatori del progetto, per erogare servizi di depositi, prestiti e soluzioni di investimento a basso costo.

C’è da registrare tra l’altro un elemento importante, Bankera divide equamente il 20% degli utili di Spectrocoin e di Bankera settimanalmente e li assegna come commissione ai possessori dei token BNK. Dietro al progetto ci sono numerosi esperti che hanno lavorato nell’ambito della comunicazione e della finanza.

Tra i tanti abbiamo il CEO Vytautas Karalevičius, il CCO Mantas Mockevičius e il CTO Justas Dobiliauskas. Tra gli sponsor del progetto ci sono anche due Europarlamentari, Antanas Guoga dell’EPP e Eva Kaili del PASOK. Si aggiunge ad essi il presidente della NEM.io Foundation, Lon Wong. Tutto questo potrebbe portare nel 2020 alla creazione di una moneta legata in maniera diversa a BlockChain e ai servizi bancari. Lo slogan sembra già scritto “Bankera, Banking for the BlockChain era”.

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L'autore: Francesco Somma

Classe 1994, laureato in SPRI e attuale studente di Politiche per lo Sviluppo e Cooperazione Internazionale all'UniSA. Credo nel potere delle parole e nella politica come strumento per migliorare il mondo.
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