Reddito di Cittadinanza 2018: modulo online per la domanda, ma è falso

Pubblicato il 9 Marzo 2018 alle 15:15 Autore: Daniele Sforza
Reddito di cittadinanza 2018: modulo online ma è falso

Reddito di Cittadinanza 2018: modulo online per la domanda, ma è falso.

Le code ai Caf di Giovinazzo e non solo per chiedere il reddito di cittadinanza 2018 hanno fatto discutere (e divertire) molti utenti in rete; anche se la cosa richiede alcune precisazioni che scriveremo in seguito. Quasi spontaneamente, si è diffuso sui social e su WhatsApp un modulo online per presentare la domanda del reddito di cittadinanza. Ovviamente si tratta di un falso; o meglio, di uno scherzo anche piuttosto evidente. Il modulo di cui stiamo parlando ha come dicitura NTGF/01. Laddove NTGF è un acronimo che sta per Nun Teng Genio a Faticà. Ovvero, tradotto dal campano, “non ho voglia di lavorare”. Il riferimento dialettale è ovviamente alla regione di provenienza di Luigi Di Maio.

Reddito di cittadinanza 2018: spunta il falso modulo online

Il modulo potrebbe sembrare anche verosimile a una prima occhiata (da lontano). Con il logo dell’Inps in alto a sinistra e la formattazione del documento stesso. Poi, però, sotto il Modello NTGF/01 si legge giustappunto “Nun Teng Genio e Faticà”. E sotto “Per l’accesso al Reddito di Cittadinanza”, si richiedono i dati anagrafici e di residenza, compreso il codice fiscale. Poi una nuova nota goliardica.

“Dichiaro sotto la mia responsabilità:

  • Di non lavorare;
  • Di non aver voglia di lavorare;
  • Credere a Babbo Natale”.

Segue, forse per dare un tocco in più di realtà la richiesta di impegno “ad accettare uno dei tre lavori che mi verranno proposti, pena la perdita del reddito di cittadinanza”. Poi la richiesta del numero IBAN del conto corrente a cui intestare l’importo mensile. All’indicazione della data e del luogo e alla firma, segue quindi un rettangolo riservato al timbro e alla firma “per garanzia del Presidente della sezione del M5S di competenza”.

Reddito di cittadinanza 2018 modello NTGF-01

Reddito di cittadinanza 2018: code ai Caf, chiarimenti

Il Movimento 5 Stelle ha definito una “bufala” quella relativa alle code ai Caf. Al tempo stesso, anche Il Post ha parlato di “falsa notizia”. Soprattutto se si fa riferimento alle terminologie usate: nel mirino, parole come “code”, “file lunghissime” e “Caf presi d’assalto”; che di fatto hanno ingigantito una situazione che però risulta reale.

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Come scrive Il Sole 24 Ore, “chi lavora nel job center di Porta Futuro a Bari, racconta che in 3 giorni sono pervenute da persone di età compresa tra i 30 e i 45 anni una cinquantina di richieste di accesso alla modulistica”. Anche a Palermo si sono verificati alcuni casi simili. Perfino davanti alla sede Enasc è stato affisso un avviso in cui si può leggere quanto segue. “In questo Caf non si fanno pratiche per il reddito di cittadinanza”. Il testo è tradotto anche in lingua araba.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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