Elezioni regionali Molise 2018: Greco del M5S e lo zio camorrista. La replica

Pubblicato il 5 Aprile 2018 alle 14:24 Autore: Camilla Ferrandi
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Elezioni regionali Molise 2018: Greco del M5S e lo zio camorrista. La replica

“Questa storia rasenta il ridicolo”. A parlare è Andrea Greco, candidato cinquestelle alla guida del Molise. Ma cosa è successo?

Ieri Libero pubblicava un articolo dal titolo “Andrea Greco, candidato grillino in Molise e quello zio nel clan di Cutolo”. Qui la giornalista Brunella Bolloli raccontava “la sceneggiatura vera del passato burrascoso dei familiari del candidato grillino alla presidenza della Regione Molise”. Premettendo che “è vero che le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, e tanto meno quelle delle zie”, l’articolo non sembrava però esimersi dal puntare il dito contro Greco.

Secondo Libero, la storia di Giuseppina Greco, sorella del padre del candidato del Movimento, che ha sposato Sergio Bianchi, detto ’O Pazzo “nel senso che non ci pensava su due volte a sparare e a uccidere, è un dettaglio non trascurabile”. Non trascurabile, dunque, ai fini di una campagna elettorale. Ma, come detto anche nell’articolo, in realtà la storia dello zio camorrista è “sfuggita allo stesso Luigi Di Maio e ai vertici M5S”. Quei cinquestelle, sottolinea Bolloli, “sempre così attenti a non sedersi al tavolo con gli avversari che si sono macchiati di qualche reato”. Motivo in più per cui “Greco non potrà tacere sulle vicende di sangue che hanno caratterizzato anni fa la sua famiglia”.

Elezioni regionali Molise 2018: Greco del M5S e lo zio camorrista. La replica

E il giovane aspirante presidente molisano non tace. Ieri, durante la presentazione dei candidati Presidente della Regione Molise, commenta così l’articolo pubblicato da Libero: “Mio padre, storpio da 36 anni, è una vittima delle mafie. In una conferenza stampa che convocherò a breve – no per piaggeria ma per dovere morale nei confronti dei molisani – porterò il certificato di transazione di 150 milioni di lire che lo Stato ha versato a mio padre … Lo Stato ha autonomamente riconosciuto che lui fosse una vittima. Porterò – ha proseguito Greco – il certificato dei carichi pendenti di mio padre per dimostrare che non ha procedimenti in corso e quello del casellario giudiziale per dimostrare che non ha mai avuto problemi con la giustizia”.

Elezioni regionali 2018: ‘storia che rasenta il ridicolo’

“Il pluriomicida viveva con la consorte a casa del fratello Tommaso, padre di Andrea, a cui la polizia bussò a casa in cerca di criminali. Lui rimase ferito e fu anche risarcito dallo Stato” continuava a scrivere Bolloli su Libero. Concludendo: “il figlio Andrea, ora, spiega che a lui la mafia fa schifo e ha cercato di fare passare i suoi familiari come vittime di errori giudiziari. Ma chi ha fatto tante vittime è lo “zio” ’O pazzo”.

A fare vittime è il nuovo stile politico. A questo ha condotto il ‘discorso politico’ adagiato su un’ottica manichea della realtà. Argomentazioni basate sulla contrapposizione tra bene e male e vuote di contenuti portano, sfortunatamente, ad un botta e risposta sterile e privo di significato. Ad una “storia che rasenta il ridicolo”.

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L'autore: Camilla Ferrandi

Nata nel 1989 a Grosseto. Laureata magistrale in Scienze della Politica e dei Processi Decisionali presso la Cesare Alfieri di Firenze e con un Master in Istituzioni Parlamentari per consulenti d'assemblea conseguito a La Sapienza. Appassionata di politica interna, collaboro con Termometro Politico dal 2016.
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