Democrazia senza Partiti, o Partiti senza Calearo?

Pubblicato il 5 Aprile 2012 alle 15:36 Autore: Pierdamiano Tomagra
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Ovviamente è una domanda retorica, ma il punto qui è un altro. La responsabilità di veder sedute lì tali elementi e di pagare i loro stipendi vorremmo finalmente averla noi. Delle scuse di Veltroni per “aver conosciuto un Calearo diverso” ai tempi della candidatura, o di Di Pietro che candidò Scilipoti, gli elettori obiettivamente se ne fanno poco. Vorremmo definitivamente avere noi la colpa di aver sbagliato ad eleggere qualcuno, senza essere costretti a chiederci  dopo qualche anno chi l’abbia messo lì. Ovvio, la saggezza della folla non è mai verificata e si potrebbero presentare casi peggiori, ma è una questione di responsabilità e di rappresentatività, che non si può più rimandare.

Di Belsito, invece, se ne sta parlando tanto e si continuerà così per molto. Al di là delle accuse che dovranno ora essere verificate ciò che sembra interessante è l’immagine della Lega; intaccata, seppur non per la prima volta, in quel baluardo che ha sempre portato avanti come motto ispiratore. Quel Roma Ladrona che questa volta sembrerebbe essersi ritorto contro Bossi e i suoi fedelissimi. Il terremoto Belsito potrebbe riassestare i piani di via Bellerio e ridefinire una leadership che a questo punto Maroni inseguirà senza più remore. Staremo a vedere. In vista delle amministrative, per il Carroccio è senza dubbio una botta che sarà difficile riassorbire a suon di slogan populistici e che potrebbe influire sulle future alleanze politiche in vista del 2013.  

Ah, quasi dimenticavo. Cos’altro hanno in comune Belsito e Calearo? Date un’occhiata al nome del Tesoriere di Popolo e Territorio…ne scoprirete delle belle.

 

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L'autore: Pierdamiano Tomagra