Giro d’Italia 2018: favoriti e outsider per la maglia rosa

Pubblicato il 2 Maggio 2018 alle 11:01 Autore: Redazione
Giro d'Italia 2019

Giro d’Italia 2018: favoriti e outsider per la maglia rosa

Il momento è quasi arrivato: sta per partire la 101° edizione del Giro d’Italia, con tre prime tappe inedite; per la prima volta nella storia di una corsa a tappe di tre settimane si partirà fuori dall’Europa, più precisamente da Israele, per celebrare i 70 anni della fondazione di questo Stato. Molto affascinanti la prima tappa, un cronoprologo all’interno di Gerusalemme, e la terza, interamente nel deserto. Alcune tappe, poi, toccheranno luoghi simbolo della Prima Guerra Mondiale, in ricordo dei 100 anni dalla sua conclusione.

Ma cosa dobbiamo aspettarci da questa edizione? Ci sono diversi grossi nomi al via che puntano o alla vittoria finale o a soddisfazioni minori, ma comunque prestigiose. Manca il nostro atleta di punta, Vincenzo Nibali, ma il suo ex compagno di squadra all’Astana Fabio Aru è determinatissimo e promette battaglia.

Andiamo ad analizzare i corridori che si daranno battaglia su vari terreni, per questo Giro d’Italia 2018.

Giro d’Italia 2018: i favoriti per la maglia rosa, Dumoulin e Froome

Tom Dumoulin: la Farfalla di Maastricht è il campione in carica e ha intenzione di ripetere la straordinaria stagione scorsa in cui ha a sorpresa trionfato nella Corsa rosa e ha vinto due medaglie d’oro ai mondiali, una nella cronosquadre e una nella cronometro individuale. E’ senza alcuna ombra di dubbio il più forte cronoman al mondo, dotato di una intelligenza tattica fuori dal comune e ottimo interprete di salite brevi e arcigne; ha però qualche carenza in quelle lunghe, dove l’anno scorso ha patito qualche problema anche gastrointestinale, e perciò potrebbe soffrire salite come il Colle delle Finestre e lo Zoncolan; i suoi compagni di squadra, la Sunweb,  non sono scalatori e dunque potranno aiutarlo poco quando la strada salirà.

Chris Froome: il Kenyano bianco (è nato in Kenya da genitori britannici) è il favorito principale. È quello che ha il palmares più ricco ed è il più completo su tutti i terreni: fortissimo a cronometro, specialità in cui ha vinto due bronzi olimpici e due mondiali, solidissimo in salita: celebri sono le sue progressioni, le cosiddette “frullate”(così battezzate dall’ex ciclista e ora telecronista di Eurosport Riccardo Magrini). E’ molto forte mentalmente e ha una squadra tutta per lui, il Team Sky: gregari come Poels ( vincitore della Liegi Bastogne Liegi del 2016), Deignan, De La Cruz, Henao e l’esperto Kiryienka li hanno in pochi. Può essere la stagione della consacrazione tra i grandissimi di questo sport: mira alla doppietta Giro – Tour che manca  da Pantani nel ’98 e che gli permetterebbe anche di eguagliare il record di 5 Tour di Anquetil, Mercx, Hinault e Indurain, e di completare la serie di Grandi Giri vinti, cosa riuscita a pochissimi nella storia. Inoltre se vincesse il Giro, deterrebbe contemporaneamente tutti e tre le ultime edizioni dei Grandi giri, avendo vinto l’anno scorso Tour e Vuelta.

Le tappe, il percorso e  l’altimetria di questo storico Giro

Giro d’Italia 2018: gli outsider

Fabio Aru: è l‘italiano di punta per la classifica generale: ha già vinto la Vuelta nel 2015 e si è piazzato terzo al Giro 2014 e secondo a quello del 2015. Questi però sono i suo ultimi podi nelle grandi corse a tappe: le scorse due stagioni da questo punto di vista sono state negative, avendo puntato sul Tour e essendo sempre uscito dal podio( 13° nel 2016, 5° nel 2017, nonostante abbia vinto una tappa e indossato la maglia gialla): quest’anno deve riscattarsi. Scalatore puro, ha promesso di dare spettacolo in salita, però può essere penalizzato dai più di 40 km di cronometro da specialisti come Dumoulin e Froome.

Thibaut Pinot: il francese l’anno scorso ha chiuso 4° il Giro e ha vinto una tappa di montagna. Ha vinto pochi giorni fa il Tour of the Alps a cui erano presenti avversari diretti come Froome, Miguel Angel Lopez e Aru. Ottimo scalatore, attaccante coraggioso, può pagare a cronometro distacchi rilevanti e deve trovare la regolarità che non ha avuto nella scorsa edizione. Ha gregari affidabili in salita come Georg Preidler e Sèbastien Reichenbach.

Esteban Chaves: il 2016 è stato il suo anno; il colombiano ha sfiorato la maglia rosa, scucitagli di dosso alla penultima tappa da Nibali, chiudendo secondo in classifica generale, è arrivato terzo alla Vuelta dietro due mostri sacri come Quintana e Froome, per poi vincere il Giro di Lombardia a fine anno. L’anno scorso però è stato disastroso, fallendo tutti gli obiettivi. Vale lo stesso discorso fatto per Aru: questo è l’anno del riscatto. Scalatore puro, soffre le cronometro, non avendo un fisico possente, può fare affidamento però sul compagno di squadra Adam Yates, ottimo scalatore.

Miguel Angel Lopez: può essere la corsa dell’esplosione definitiva. Due stagioni fa, al primo anno fra i professionisti, ha vinto il Giro di Svizzera, l’anno scorso si è imposto in due tappe di alta montagna alla Vuelta. Potenzialmente un fuoriclasse, va testata la sua resistenza sulle tre settimane, anche perché ancora molto giovane. Può fare affidamento su una corazzata per le corse a tappe come l’Astana . Anche lui ha gravi problemi a cronometro , essendo minuto e molto leggero.

Giro d’Italia 2018: si chiude a Roma il 27 maggio

Chi salirà sul podio a Roma il 27 Maggio? Saranno tre settimane molto intense e appassionanti per una manifestazione che è seguitissima sia sulle strade che in televisione da spettatori di mezzo mondo.

E… vinca il migliore!

Cesare Fabrizi

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