Salvatore Ligresti è morto dopo una lunga malattia. Il legame politico

Pubblicato il 16 Maggio 2018 alle 15:02 Autore: Camilla Ferrandi
salvatore ligresti

Salvatore Ligresti è morto dopo una lunga malattia. Il legame politico

E’ morto ieri sera, al San Raffaele di Milano, dopo una lunga malattia. L’immobiliarista Salvatore Ligresti aveva 86 anni.

Conosciuto sia per il suo ruolo imprenditoriale sia per essere stato coinvolto in numerosi scandali giudiziari, Ligresti nasceva a Paternò, in provincia di Catania. Laureatosi in ingegneria, si trasferiva a Milano per prestare il servizio militare in Aeronautica. Lì vi rimase tutta la vita. Dopo il congedo dalla leva, aprì uno studio di progettazione. Nel 1966 si sposò con Antonietta Susini, figlia del provveditore alle Opere pubbliche della Lombardia, dalla cui unione nacqueroo tre figli: Giulia Maria, Paolo e Jonella.

Nei 20 anni successivi, Salvatore Ligresti, facendosi largo nel mondo degli affari, diveniva re degli immobiliaristi. Il che gli ha permesso di attestarsi, negli anni Ottanta, tra gli uomini più ricchi d’Italia. I ricchi guadagni del mattone, infatti, finirono anche in vari e importanti patti di sindacato: da Pirelli a Gemina, da Mediobanca al gruppo assicurativo Sai, in seguito fuso con la fiorentina Fondiaria. Ma non solo. In quegli anni Ligresti iniziava il controllo su numerose società strategiche di Piazza Affari grazie alle sue partecipazioni azionarie.

Salvatore Ligresti è morto dopo una lunga malattia. Il legame politico

E mentre aumentava il suo peso economico e finanziario, nel febbraio del 1981, su moglie Antonietta veniva sequestrata da un gruppo di mafiosi. Il rilascio della Susini avvenne dopo un mese, dietro pagamento di un riscatto di 600 milioni. Due dei tre autori del sequestro vennero successivamente assassinati. Ne seguì un’inchiesta delle procure di Milano e Roma per sospetti legami di Ligresti con la mafia. Questi, però, si conclusero con un nulla di fatto.

Nel 1986 Ligresti fu protagonista dello scandalo delle cosiddette “Aree d’oro”. Il 18 marzo 1986 l’assessore all’Urbanistica, Carlo Radice Fossati, faceva approvare una delibera con cui il Comune di Milano acquistava dei terreni agricoli di Ligresti a 5mila lire al metro quadro. In ottobre una giornalista informò Radice Fossati che la precedente giunta di sinistra aveva già concordato l’acquisto di quei terreni a prezzi molto più bassi: 500, 800 e 1 000 lire al metro quadro. L’assessore allora, condotta una ricerca negli archivi comunali, trovò le lettere d’impegno, firmate dal suo predecessore Mottini e da Ligresti. Allo scoppio dello scandalo conseguirono le dimissioni della giunta socialista presieduta dal sindaco Carlo Tognoli e l’apertura di un’inchiesta, poi archiviata.

Salvatore Ligresti e i guai giudiziari

Da quel momento in poi il nome di Ligresti rimase sempre legato al mondo della politica. E nel 1992 anche l’imprenditore venne coinvolto in Tangentopoli. Ligresti venne arrestato per tangenti pagate al fine di vincere appalti per la Metropolitana milanese e le Ferrovie Nord. Condannato a 2 anni e 4 mesi, ottenne i servizi sociali presso un centro Caritas. La condanna definitiva, arrivata nel 1997 comportò, però, la perdita dei requisiti di onorabilità richiesti per ricoprire incarichi in Premafin e Fondiaria-Sai. Per questo motivo, i figli gli subentrarono negli incarichi operativi.

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Dopo anni di cattiva gestione, nel 2011 FonsaiMilano Assicurazioni e Premafin, le principali società della famiglia Ligresti, sull’orlo del fallimento vengono cedute ad Unipol. A seguito di questa vicenda, la procura di Torino indaga Salvatore Ligresti per falso in bilancio e manipolazione del mercato. L’immobiliarista viene così arrestato nell’estate del 2013 insieme alle figlie Giulia Maria e Jonella. Il figlio Paolo, invece, diventato pochi giorni prima cittadino svizzero, evita la custodia cautelare.

Il processo di primo grado porta alle condanna di Ligresti a 6 anni per falso in bilancio e manipolazione del mercato per Fonsai a Torino e a 5 anni per aggiotaggio in relazione alla vicenda Premafin, in seguito all’inchiesta aperta dopo la scoperta di un trust fiduciario all’estero che controllava il 20 per cento di Premafin. Vista l’età avanzata, Ligresti sconterà la sua pena ai domiciliari.

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L'autore: Camilla Ferrandi

Nata nel 1989 a Grosseto. Laureata magistrale in Scienze della Politica e dei Processi Decisionali presso la Cesare Alfieri di Firenze e con un Master in Istituzioni Parlamentari per consulenti d'assemblea conseguito a La Sapienza. Appassionata di politica interna, collaboro con Termometro Politico dal 2016.
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