Redditi degli italiani, diminuisce il divario tra giovani e anziani

Pubblicato il 25 Maggio 2018 alle 10:30 Autore: Gianni Balduzzi
redditi degli italiani

Redditi degli italiani, diminuisce il divario tra giovani e anziani

E’ da tempo un problema italiano. Che si è esacerbato con la crisi economica.

Quello del cosiddetto apartheid nel mondo del lavoro. Il divario tra i redditi e le condizioni di lavoro dei più giovani, 20 enni e 30 enni, e di coloro che invece si avvicinano alla pensione. Coloro che, con più di 50 anni, godono in maggioranza delle tutele di un posto a tempo indeterminato che nella grande maggioranza dei casi include anche la protezione dell’articolo 18.

Pochi sono gli over 50 a tempo determinato. A queste differenze si aggiunge quella nei redditi, principalmente grazie agli aumenti che fino a un certo punto, agli anni 2000, hanno goduto in modo quasi automatico.

Se ci spingiamo oltre il segmento dei lavoratori, andando a prendere in considerazione chi ha più di 65 anni, osserviamo che è proprio questo segmento quello che ha incrementato più di tutti il proprio reddito.

Sempre, anche durante la crisi quando un po’ di tutti l’hanno diminuito.

La classe di età più ricca però è sempre stata ed è quella tra i 55 e i 64 anni.

Ci sono delle novità però.

Redditi degli italiani, tra 2012 quelli dei 19-34enni cresciuti di più di 1000 euro, in calo di 800 quelli dei 55-64enni

Per alcuni la crisi era cominciata prima, per i 35-54enni il declino del reddito era cominciato già dopo il 2006. Per i 50-64enni e per i 19-34enni dopo il 2010.

Quello che però differenzia le varie età è la ripresa.

Dal 2012 in poi i più giovani hanno guadagnato in media 1104 euro di reddito, i 50enni ne hanno persi 788. Questi ultimi con 23.491 di reddito medio equivalente netto a testa rimangono i più ricchi, soprattutto rispetto ai primi che ne hanno 19.666.

 E tuttavia il divario diminuisce. Come quello con 45-54enni e i 35-54enni, in leggera ripresa.

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Di fatto la struttura economica si sta orientando verso alcune professioni che richiedono personale specializzato e giovane.

Sono diminuiti i posti da manager, i dirigenti sono meno e non ricevno più le faraoniche retribuzioni di un tempo.

Sia il settore dei servizi avanzati che quelli molto labour-intensive come la ristorazione richiedono personale o specializzato (tecnici, informatici), o comunque più giovane.

Ha un ruolo anche la crisi delle partite IVA. Sono molti i commercianti e gli artigiani rimasti senza reddito, nonchè i 60enni che stanno attendendo con qualche ammortizzatore la pensione, mentre 10 anni fa a questa età già si riceveva un assegno dell’INPS.

Il risultato è che tra 19-34 enni e 55-64 enni si era raggiunta una differenza massima del 23,5% nel 2012, da cui si è riscesi al 16,3%. Nel 2000 il divario era del 10%. C’è ancora molta strada da fare per diminuire le distanze, ma qualcosa si comincia a vedere

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L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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