Giro d’Italia, le pagelle: Froome leggendario, Aru imbarazzante

Pubblicato il 28 Maggio 2018 alle 10:58 Autore: Cesare Fabrizi
giro d'italia 2018

Giro d’Italia, le pagelle: Froome leggendario, Aru imbarazzante. Si è chiusa la 101° edizione della Corsa rosa: si concludono così tre settimane di battaglie, emozioni, imprese, vittorie e sconfitte. Anche in questa edizione la cornice di pubblico è stata fantastica, con la gente che si è man mano innamorata dei corridori. Ora diamo i voti ai protagonisti.

Giro d’Italia: gli uomini di classifica

Chris Froome, voto 10 e lode: epico, leggendario, d’altri tempi, trovate voi l’aggettivo giusto. Ha vinto emozionando e facendosi amare dagli italiani vincendo le due tappe più prestigiose, quella della salita considerata la più dura d’europa (lo Zoncolan) e quella della Cima Coppi, compiendo nella seconda un impresa per cui ci vorranno secoli per essere dimenticata. E pensare che il Giro era partito che peggio non si poteva, con due cadute nella prima settimana(una addirittura prima che la corsa iniziasse). Nelle corse a tappe vale Hinault e Merckx, i più grandi insomma. Mattatore

Tom Dumoulin, voto 9: ha vinto la prima tappa, indossando la prima maglia rosa, dalla seconda frazione in poi ha quasi sempre occupato la seconda posizione in classifica generale, mostrando una regolarità impressionante: primo nella cronometro di Gerusalemme, terzo in quella di Rovereto, poi in salita sempre coi migliori, da sottolineare i 5° posti sullo Zoncolan e nella tappa di Rovereto, dimostrando dei buoni miglioramenti in salita. Quello che attualmente gli manca rispetto a Froome è la capacità di fare la differenza nei tapponi di montagna, ma ha ancora tempo per migliorare. Metronomo

Miguel Angel Lopez, voto 8: l’avevamo lasciato alla Vuelta dell’anno scorso tra i primi 10 e con due vittorie di tappa in montagna, lo ritroviamo al Giro d’Italia senza vittoria di tappe, ma sul gradino più basso del podio nella generale e con una condizione che è andata in crescendo nel corso delle 3 settimane. I miglioramenti del 24enne colombiano si vedono, e nei prossimi anni avrà senza dubbio la possibilità di vincere dei grandi giri. Una cosa che deve migliorare è la cronometro: in tutte e due le prove contro il tempo è andato male. Campione del futuro.

Richard Carapaz, voto 8: una delle piacevoli sorprese di questo giro d’Italia: l’ecuadoriano classe ’93 ha vinto a Montevergine di Mercogliano, è arrivato secondo a Bardonecchia ed è arrivato 4° nella generale. Anche lui perde molto a cronometro, fondamentale su cui dovrà lavorare, ma la Movistar ha un bel talento su cui scommettere. Sorprendente.

Domenico Pozzovivo, voto 7: Sempre coi migliori, sempre in lotta per il podio fino al giorno di Bardonecchia, dove crolla a 8” da Froome. Peccato perchè a 35 anni lo meritava il suo primo podio in una grande corsa a tappe. L’italiano.

Thibaut Pinot, voto 4: tanti alti e bassi come l’anno scorso, però prima della partenza della 20° tappa è sul podio, grazie al 3° posto del giorno prima a Bardonecchia. Poi il crollo verticale: perde 45′ nella tappa di Cervinia ed esce dalla top 10. Ha programmato male questo Giro, iniziandolo in forma e poi calando. Incostante

Simon Yates, voto 8: il voto più difficile da dare. Impeccabile fino a Prato Nevoso, crolla sul Colle delle Finestre, uscendo di classifica. Se ne va comunque via dal Giro con tre vittorie di tappa, una quarta lasciata a Chaves e 13 giorni in maglia rosa. Ora va capito se nel futuro potrà tenere tutte e tre le settimane di una grande corsa a tappe oppure no. E’ ancora giovane(è un classe ’92) e perciò su questo punto si può lavorare. Rimandato.

Esteban Chaves, voto 6:  riesce a portare a casa una tappa, quella dell’ Etna, e a occupare la seconda posizione della generale, poi è il primo a crollare, a causa del mal di gola, e poi non si riprende più. Gli va comunque dato il merito di non essersi ritirato. Sfortunato

Fabio Aru, voto 1: impresentabile. Non merita 0 solo perchè fa una buona crono a Rovereto, per il resto non ne azzecca una, e alla fine si ritira alla 19° tappa. C’è da chiedersi come sia stato possibile un tale rendimento: al Tour dell’anno scorso era calato nella 3° settimana, qui non c’è mai stato.E bisogna iniziare a farsi delle domande perchè con questo sono 4 Grandi corse a tappe che non finisce sul podio, troppo per chi era stato etichettato come il successore di Nibali. Assente ingiustificato.

Il pagellone del Giro d’Italia: gli altri

Elia Viviani, voto 9: Finalmente Viviani! 4 tappe, 2 secondi posti e la maglia ciclamino. Certo gli avversari non erano per nulla irressitibili ma è stato dominante il veronese nelle volate. Ora per dimostrare di avere una dimensione internazionale deve confrontarsi con gli altri grandi sprinter. Palla di cannone

Chris Froome vince il Giro: impresa sul Colle delle Finestre

Sam Bennett, voto 8,5: la rivelazione per le volate. 3 tappe vinte, 2 secondi posti, 3 terzi posti. L’unico in grado di opporsi a Viviani. sarà interessante vedere se sarà solo un fuoco di paglia o se confermerà in futuro questi risultati.

Rohann Dennis, voto 7,5: sfiora la maglia rosa nella prima cronometro arrivando secondo a 2” da Dumoulin, la conquista grazie agli abbuoni nella frazione successiva, vince la crono di Rovereto. Un buonissimo giro per uno dei migliori cronoman in circolazione, e in salita si è difeso discretamente, sfiorando la top 10. Cronoman

7 a Schachmann, Battaglin, Wellens, Mohoric, Nieve, vincitori di una tappa

Il pagellone del Giro d’Italia: poca concorrenza nelle crono

Voto 3 alla concorrenza di Viviani e Bennett: il veronese e l’irlandese hanno dominato le volate, ma dove erano gli altri? A parte questi due corridori la 101° edizione del Giro d’Italia ha visto velocisti non all’altezza del prestigio della competizione. Bisogna riflettere sul perchè i grandi sprinter internazionali negli ultimi anni scelgano sempre più di rado la corsa rosa.

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