Bare Knuckle: il (controverso) ritorno della boxe senza guantoni

Pubblicato il 6 Giugno 2018 alle 18:46 Autore: Andrea Marras
Bare Knuckle Boxing

Bare Knuckle: il (controverso) ritorno della boxe senza guantoni

Il 2 Giugno, a Cheyenne (USA), si è tenuto un torneo di “Bare Knuckle Boxing”, un torneo di boxe dove gli atleti combattono senza l’uso degli appositi guantoni; questa revisione della boxe ovviamente ha fatto storcere il naso a molti appassionati, sia per l’atipicità della disciplina, sia per i rischi che ne conseguono, con ferite e traumi riportati anche a lungo termine, che mettono a repentaglio l’incolumità dei praticanti.

Il primo incontro di BKB risale al XIX secolo

Risalendo alle origini di questa disciplina, si può notare come il Bare Knuckle abbia radici molto antiche, dato che si hanno testimonianze risalenti al 1800: nel 4 Dicembre del 1855, avvenne il primo match di Bare Knuckle nella storia, tra James Kelly e Jonathan Smith; il match venne disputato in Australia, e durò ben 17 round.

La nascita della Bare Knuckle Boxing

Nel 2013 negli USA si formò una federazione professionistica, la BKB (Bare Knuckle Boxing), la quale stabilì delle regole, nonostante questa disciplina non sia tanto lontana dalla lotta di strada (street fight): gli atleti combattono in uno spazio circolare, simile a quello utilizzato per i match di grappling e lotta libera, con l’ausilio di guantoni da 6-8 oz, quindi un paio di taglie più leggeri rispetto a quelli usati nel pugilato, che da regolamento prevedono la grandezza di 10 oz; ovviamente, lasciano scoperte le nocche delle mani, ed è questo l’aspetto più controverso, il fatto che la mano sia completamente libera, un rischio assai alto per la sicurezza degli atleti.

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Bare Knuckle: le critiche piovono su Feldman

Nella versione attuale, gli incontri vengono disputati quindi con semplici fasciature su mani e polsi, ed è inoltre vietato colpire l’avversario quando è a terra. David Feldman, organizzatore dei campionati di BKB, ha sostenuto di aver ricevuto numerose critiche, con qualche intimidazione per via telefonica; ha inoltre sostenuto che questo sport sia effettivamente uno dei più sicuri al mondo, anche se le immagini tratte dai match sembrerebbero dire diversamente.

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