Conto corrente e conto deposito: interessi e bollo a confronto

Pubblicato il 26 Giugno 2018 alle 14:55 Autore: Daniele Sforza
Conto corrente e conto deposito: interessi e bollo a confronto

Conto corrente e conto deposito: interessi e bollo a confronto.

Quali sono le principali differenze tra conto corrente e conto deposito? E quali sono gli aspetti più convenienti dell’uno o dell’altro? Per esprimere un giudizio bisogna prima valutare le proprie esigenze e poi altri metodi di confronto; come ad esempio comparare il calcolo degli interessi maturati e le imposte di bollo. Andiamo quindi a esaminare questi elementi per il conto corrente e il conto deposito.

Conto corrente e conto deposito: calcolo interessi

Ci sono diverse voci riguardo alla convenienza (attuale) dei conti correnti. Gli interessi che maturano sul capitale depositato sono davvero interessanti per i correntisti? Questi ultimi, depositando i soldi in banca, ricevono una remunerazione da parte dell’istituto di credito; che così compensa il correntista di aver messo la propria liquidità in banca. Ci sono diversi tipi di interessi. Quelli semplici (percentuale sul capitale che viene versata dopo un periodo di tempo determinato); e quelli composti (con interessi aggiuntivi che consentono la maturazione di altri interessi). Il conto può anche essere vincolato; laddove il vincolo è il tempo determinato nel quale il nostro capitale è depositato. Se invece il conto è non vincolato, o libero, allora saranno applicati i tassi di interesse base.

Il calcolo degli interessi risulta piuttosto semplice ed è effettuabile da chiunque con una operazione matematica. Per conoscere l’ammontare degli interessi infatti, si deve moltiplicare il capitale depositato per il tasso di interesse annuo per il tempo di deposito. E quindi dividere tutto per 36500. Facciamo finta di aver depositato 3.000 euro in un conto corrente (o deposito) allo 0,5% vincolato a 2 anni. L’operazione da fare sarà la seguente. (3.000 x 0,5 x 730)/36500. Il risultato? 30 euro annui.

Conto corrente e conto deposito: differenze interessi

Parlando di interessi la principale differenza sta nel fatto che generalmente nel conto corrente i tassi di interesse sono molto bassi; mentre nei conti deposito possono crescere in base al tempo di mantenimento. A differenza del conto corrente, inoltre, il conto deposito serve generalmente per depositare un investimento in liquidità e non per le spese della vita quotidiana. Infatti il conto deposito è utile soprattutto per prelievi e versamenti; con un tasso di operatività inferiore rispetto al conto corrente.

Vi è poi il cosiddetto conto deposito puro. Ovvero un servizio che permette il deposito di somme o presenti sul conto oppure derivate da altri prodotti finanziari. Il fatto è che il conto deposito puro è slegato dal conto corrente. Cioè, si può aprire in una banca senza avere nella stessa un conto corrente. Anche qui gli interessi maturano con il tempo, soprattutto nel caso di conto deposito vincolato.

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Conto corrente e conto deposito: imposta di bollo

Parlando di imposta di bollo, quest’ultima si diversifica sui conti correnti a seconda del titolare del conto. Se si tratta di persona fisica, l’imposta di bollo ammonta a 34,2 euro annui. In caso di soggetto diverso dalla persona fisica, invece, l’imposta sale a 100 euro all’anno. L’imposta viene pagata sempre dalle persone giuridiche; mentre per le persone fisiche la giacenza sul conto deve essere superiore a 5.000 euro.

L’imposta di bollo sul conto deposito, in caso di distinta dal conto corrente, è proporzionale al deposito e ammonta allo 0,20% calcolato sulle giacenze. L’imposta di bollo viene applicata al momento della rendicontazione da parte dell’istituto di credito, in base quindi alle tempistiche previste da quest’ultimo. Generalmente il rendiconto annuale è inviato il 31 dicembre di ogni anno. In caso di chiusura del conto deposito nell’arco dell’anno, l’imposta di bollo sarà parametrata in base al periodo in cui il conto è rimasto aperto.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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